Decisamente un altro tipo di rap quello del poliziotto senza volto e senza nome che sta spopolando sui social. UNO SBIRRO QUALUNQUE, questo è il suo nome d’arte, canta da sotto la sua uniforme della Polizia di Stato messaggi di legalità e di rispetto verso la legge.
Oggi theWise Magazine ha incontrato UNO SBIRRO QUALUNQUE per voi.
«Definirla carriera per ora mi sembra esagerato. Sto solamente cercando di portare avanti un progetto che mira a sensibilizzare il pensiero dei giovani, i quali al giorno d’oggi, purtroppo, sono bombardati da cattivi esempi da seguire.
Il mio obiettivo sono far capire che il giusto sacrificio ripaga sempre, che non bisogna mai arrendersi e che, se anche si parte da una determinata situazione, si può sempre migliorare senza dover ricorrere a scorciatoie stupide e sbagliate. Inoltre, voglio dire che per fare buona musica non bisogna per forza essere o apparire come un criminale».
«Beh, diciamo che il mio rap è completamente controcorrente ed è proprio questa la sua forza. Per lo più cerco di trattare argomenti sociali importanti e di far capire di cosa tratta il nostro lavoro di poliziotti, al di là di ciò che si crede.
Ovviamente provo a non limitarmi solo a questi argomenti, per non rischiare di annoiare l’ascoltatore, ma propongo anche brani più leggeri, scherzosi e che magari parlino di me stesso o di un amore».
«Purtroppo sono d’accordo. Le Forze dell’Ordine dovrebbero essere un punto di riferimento per i giovani e al giorno d’oggi non è così, almeno per la stragrande maggioranza di loro. Credo che il tutto si possa migliorare semplicemente ascoltandoli di più e soprattutto parlando la loro lingua, semplice e concreta».
«Assolutamente sì. Credo che anche loro possano essere “aiutati”. Il problema sorge quando questi ultimi, però, nonostante si presuppone abbiano una maturità tale da capire determinate situazioni, agiscono come se avessero dei paraocchi, senza mai farsi un esame di coscienza. Che, invece, spesso può essere molto utile».
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«Ne sono sicuro. Ho già ricevuto tantissimi messaggi nei quali mi si ringraziava per aver fatto capire la giusta strada da intraprendere o comunque, come dicevo prima, che il sacrificio ripaga. La cosa stupenda è che questo genere di messaggi mi sono arrivati da persone di ogni età. Per me è già un traguardo indescrivibile».
«Per ora sì, ma siamo ancora all’inizio! Miro ad arrivare a più persone possibili, in modo tale da poter essere molto più d’aiuto. Mi piace l’idea di diventare un vero e proprio punto di riferimento per chi mi segue, come d’altronde in parte sta già accadendo, rendendomi davvero fiero e orgoglioso di ciò che sto creando».
«Passione, senso del dovere, rispetto e professionalità».
«A conoscerla sono davvero in pochi: i miei amici più intimi, qualche collega che mi ha riconosciuto perché più che colleghi siamo amici e qualche superiore… che ovviamente era tenuto a sapere!».
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«Non lasciatevi trasportare da ciò che trovate di sbagliato attorno a voi, siate la parte migliore di voi stessi e lavorate su di essa. Non permettete mai a nessuno di tarparvi le ali, fissatevi obiettivi e raggiungeteli contro tutto e tutti. Siate positivi!».
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