4 marzo: una data importante per la storia della musica italiana. Il 4 marzo 1943 nasceva a Bologna Lucio Dalla, uno dei più grandi autori e interpreti della nostra storia, musicale e non solo. Canzoni come Futura, Caruso (considerata una sorta di colonna sonora dell’Italia nel mondo) o L’anno che verrà fanno parte del nostro patrimonio culturale e ancora oggi vengono cantate e ascoltate – anche da giovani e giovanissimi.
Indimenticato e indimenticabile, quest’anno Lucio Dalla avrebbe compiuto ottant’anni. Un compleanno speciale, celebrato in tutta Italia con una serie di eventi e manifestazioni. Noi siamo stati a Napoli, una città che Dalla amò molto, dove è stata inaugurata una mostra dedicata al cantante all’interno del Museo Archeologico Nazionale.
Lucio Dalla nella città che più amò
La cicogna era cieca in quel momento, ma la prossima volta voglio nascere qui, essere un napoletano a tutti gli effetti.
Così diceva Lucio Dalla parlando di Napoli. Bolognese di nascita e napoletano per scelta, il cantante ebbe sempre un rapporto particolare con la città partenopea e, in generale, con tutta la costiera – al punto di voler imparare a tutti i costi il dialetto napoletano, seguendo apposite lezioni ogni settimana per ben dodici anni. Ma questo è solo uno dei tanti aneddoti che dimostrano l’affetto che Dalla ebbe per la cultura napoletana, per il mare e i suoi iconici scorci – affetto ricambiato dai napoletani, che sempre lo amarono e lo accolsero come uno di loro.
Il sogno di essere napoletano è il titolo della tappa partenopea di una mostra itinerante su Lucio Dalla curata da Alessandro Nicosia e partita lo scorso anno da Bologna (città natale del cantante). Sarà possibile visitarla a Napoli, al Museo Archeologico Nazionale, fino al prossimo 25 giugno.
Questo titolo non è affatto casuale o scontato. Da osservatore attento e impenitente curioso, Dalla ha amato Napoli fino a lasciare che gli entrasse «dint ‘e vene» (per citare la sua canzone Caruso), e ha saputo trasformare in parole e melodie le sensazioni, i sentimenti, i sapori e i profumi di una città dai mille volti.
I ricordi degli amici
Molti erano gli amici presenti alla conferenza stampa di apertura della mostra. Red Ronnie, giornalista e critico musicale, ne ha ricordato l’incapacità di dire no e la grande fiducia nel talento dei giovani (ricordiamo che Lucio Dalla ha scoperto e portato alla ribalta molte grandi voci del panorama musicale italiano con grande umiltà).
Il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha definito invece Dalla un “trasgressivo sobrio”:
Diversamente dalle trasgressioni delle giovani generazioni di questi tempi, [Lucio Dalla] non ha confuso la trasgressione con la volgarità. Era trasgressivo, sì, ma aveva valori umani, sobrietà. Non aveva bisogno di esibizioni o di strumentalità per esprimere la propria creatività artistica.
Questa mostra aiuta i giovani a ricordare che si può essere trasgressivi senza essere volgari o stupidi. Si possono fare cose innovative, come ha fatto Lucio Dalla nel campo della musica, ma con un’eleganza senza pari – oltre che con una qualità artistica straordinaria.
Dentro la mostra
Come ha sottolineato il curatore della mostra, raccontare cinquant’anni di storia della musica italiana in una mostra è stata un’impresa tutt’altro che facile. La ricerca dei materiali (molti dei quali inediti e presentati al pubblico per la prima volta) ha rappresentato un lavoro lungo e certosino.
È possibile, per esempio, ammirare quello che forse è il primo lavoro artistico di Dalla, realizzato quando aveva solo cinque anni grazie alla compagnia teatrale Primavera dell’Arte. Di quella esperienza restano locandine e poche foto in bianco e nero (finora mai mostrate), che dimostrano l’intraprendenza e il talento di un bambino vivace che non smetterà mai di sorprendere il suo pubblico.
E poi ci sono la tastiera con cui si esibì nel suo ultimo concerto, il sassofono e il clarinetto compagni di una vita, fotografie, cimeli artistici (libri, partiture, quaderni di appunti), locandine di film e spettacoli teatrali, interviste e sketch comici realizzati per la televisione, una collezione di cappelli e occhiali da sole, perfino un trenino elettrico che Dalla teneva nella stanza della casa che aveva attrezzato a sala per le proiezioni.
Lucio Dalla non è stato solo un geniale cantante, ma anche un polistrumentista (pur non avendo nozioni di musica), un appassionato di basket, un attore e autore di teatro e di cinema, un mattatore della televisione, un amante della moda e del ben vestire.
La mostra è stata divisa in dieci sezioni:
- La sua musica
- Famiglia-Infanzia-Amicizie-Inizi Musicali
- Dalla si racconta
- Il clarinetto
- Il cinema
- Il teatro
- La televisione
- Dalla e Roversi
- Universo Dalla
- Il museo Lucio Dalla.
Ad esse si aggiunge una undicesima sezione inedita intitolata Dalla e Napoli, dedicata al rapporto fra il cantautore e il capoluogo campano, oggetto d’amore e fonte di ispirazione. In questa sezione possiamo ammirare, fra le altre cose, le tante fotografie e i cimeli che ristoratori, albergatori, gente comune di Napoli e dintorni hanno conservato di Dalla e hanno messo a disposizione per la mostra.
È curioso trovare anche uno degli orecchini che Dalla amò e indossò più spesso di tutti: un regalo di Diego Armando Maradona, campione del Napoli, con cui il cantante aveva uno stretto legame di amicizia e stima; in mostra anche una delle magliette del calciatore, con l’iconico numero 10, che Dalla conservava gelosamente.