Scilla Salvi si cimenta con la sua prima opera letteraria, Fiori Recisi, attraverso una storia difficile che ha come protagonista una giovane ragazza, Stella. Con uno stile avvincente e molto intimo, capace di trascinare il lettore nel profondo dell’animo tanto delicato quanto turbolento della sua protagonista, la scrittrice confeziona una storia potente che si muove tra l’intimismo e il thriller.
Stella vive da sola a Bergamo e tutti i giorni prende il treno per recarsi all’università di Milano. La sua vita, però, è diversa da quella della maggior parte dei suoi coetanei. La ragazza, infatti, ha un’infanzia difficile con cui fare i conti e che l’ha portata, già da bambina, a separarsi dai suoi genitori. È stata accolta dai facoltosi zii che l’hanno cresciuta nell’agio di una sontuosa villa, dove, però, non ha trovato le attenzioni e l’affetto che meritava. Appena compiuta la maggiore età, Stella decide quindi di vivere autonomamente alla ricerca di una tanto agognata normalità.
Come spesso accade quando nell’infanzia si è costretti ad affrontare situazioni complesse, Stella convive un vuoto straziante. Le mancanze e le negligenze da parte del nucleo che avrebbe dovuto provvedere alla sua protezione e alla creazione di un contesto armonico necessario per la crescita riecheggiano costantemente nel suo animo.
Per colmare questo vuoto si è costruita una rete di amici immaginari che danno voce ai vari aspetti della sua personalità, a volte critica e spaventata, a volte più divertente e leggera. È proprio in compagnia di questi personaggi di fantasia che passa la maggior parte del suo tempo, quando non cerca una fuga dal dolore e dalla quotidianità attraverso l’alcol.
Se è vero che la vita di Stella è particolarmente ricca di eventi e incontri traumatici che la rendono un essere spezzato, reciso appunto, l’onestà e la profondità con cui la scrittrice la descrive riesce a far empatizzare fortemente il lettore con la ragazza.
Un elemento che crea un forte legame con il personaggio principale del libro è proprio la sua tenacia nell’affrontare la dura battaglia con sé stessa. Stella, infatti, è il suo primo nemico: cerca un disperato conforto in relazioni complesse e amici immaginari o stordendosi come può con qualche bicchiere di troppo, finendo così per aggravare il suo malessere. Ma, è esattamente questa sua fragilità che svela la prepotenza della sua energia vitale, impetuosa nonostante i pensieri di autodistruzione che la fanno riflettere sulla possibilità del suicidio.
Il conflitto psicologico viene sempre rappresentato da discussioni che avvengono nella mente della protagonista che cerca di raggiungere un equilibrio mentale mettendo in accordo le sue differenti parti emotive (così definite dal famoso psicopatologo Van Der Hart). Queste parti spesso la giudicano, ma con l’intento di proteggerla, in un meccanismo di autodifesa che spesso si sviluppa in personalità cresciute all’interno di un contesto familiare problematico.
Non è facile, quindi, per lei restare all’interno della sua soglia di tolleranza, sia per ciò che succede nella sua interiorità, sia per gli avvenimenti esterni che si ritrova ad affrontare. È, dunque, più che comprensibile il suo tentativo maldestro di cercare un appiglio nelle persone che incontra e con le quali costruisce delle relazioni affettive che finiscono però per appesantire ulteriormente la sua precaria stabilità.
A un certo punto il ricordo di un abuso si fa spazio nella mente della ragazza, che ne rimane indubbiamente traumatizzata. Sebbene il fenomeno dei falsi ricordi sia qualcosa di molto affascinante dal punto di vista psicologico, le prove che si tratti di un evento realmente accaduto, sul quale è in seguito avvenuto un meccanismo di rimozione da parte della sua psiche, si fanno sempre più cospicue.
Molto interessante anche la scelta di lasciare che il lettore possa formulare la sua propria opinione su quanto riaffiora dai ricordi di Stella. Infatti, l’ambiguità (sottolineata anche dal finale aperto) prende sempre più spazio nel corso della storia e contribuisce a rendere la narrazione più avvincente.
La storia inizia così sempre più a viaggiare sui binari del thriller e dell’incertezza, con un risultato appassionante anche se non sempre fedele allo sguardo di sfrontata e delicata intimità sui sentimenti e sulle emozioni che si rincorrono nell’animo sofferente della giovane.
Se questa direzione da un lato rischia talvolta di spostare il focus iniziale sfocando un po’ l’immagine di Stella, dall’altro si caratterizza per la sua originalità, qualità che la scrittrice riesce a raggiungere pienamente con la scelta e lo svolgimento del tema trattato.
Scilla Salvi, che di professione fa la veterinaria a Bergamo, riesce con successo a emozionare il lettore con un romanzo che appassiona e si fa leggere senza alcuna fatica. Con uno stile intimo e asciutto, che regala immagini di profonda delicatezza, ma anche di cruda onestà, la scrittrice ci porta nel vivo del mondo interiore di Stella e riesce a definirla nell’insieme di più sfaccettature, ricche e confuse come quelle di qualsiasi essere umano.
Fiori Recisi – Storia di un’aspirante suicida è un libro che non lascia indifferenti, una storia intensa, struggente e dalla quale emerge una grande forza. La sua narrazione riesce a suscitare tante emozioni in chi legge, dal dolore alla speranza, dall’empatia alla compassione. Nonostante la scrittrice venga da un mondo lontano da quello letterario, il suo esordio cattura l’attenzione e spicca per vivacità e personalità.
Il romanzo è edito da Scatole Parlanti ed è disponibile in libreria dal 16 febbraio 2023.
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