Sarà poi vero che i soldi non fanno la felicità? E vale davvero la regola dei 100.000€ oltre i quali più soldi non fanno la differenza? Tutte le risposte
Un nuovo studio ha indagato sull’argomento del millennio: i soldi fanno la felicità? Si sa, una domanda da mille e una notte che ha accompagnato l’umanità dall’alba dei tempi. E ora, finalmente, un po’ di luce sembra profilarsi all’orizzonte.
Hai presente quell’antico adagio “I soldi non fanno la felicità“? Ebbene, non crederci troppo! Sì, in effetti, è uno shock. Ma lo psicologo Daniel Kahneman, insignito del premio Nobel per la “scienza triste” e Matt Killingsworth, lo studioso della felicità, sembrano essere riusciti a creare una crepa in quel granitico mantra che ci hanno inculcato fin da piccoli.
Per chi è vero e per chi no: dipende dal livello di felicità preesistente
Le credenziali per condurre la ricerca del secolo ci sono tutte: Kahneman, classe 1934, è originario di Tel Aviv e ha dedicato la sua vita allo studio delle decisioni economiche e dei processi psicologici che le determinano. Killingsworth, d’altro canto, ha trascorso anni a studiare la natura e le cause della felicità umana, compresa la relazione tra soldi e felicità.
Cominciamo dall’inizio: Kahneman e Killingsworth non la pensavano affatto allo stesso modo. Il primo era convinto che denaro e felicità fossero correlati fino a un massimo di 100,000 euro all’anno. Superata questa soglia, secondo Kahneman, l’accumulazione di denaro non avrebbe più influito sulla felicità. Killingsworth, al contrario, credeva che la felicità aumentasse proporzionalmente all’aumento della ricchezza.
Ora, aggrappatevi alla sedia perché arriva il colpo di scena: entrambi avevano ragione! Attraverso un’intensa ricerca condotta su 33,000 lavoratori statunitensi, analizzando addirittura 1.7 milioni di dati raccolti tramite un’app, hanno scoperto che la famosa “soglia di sbarramento” alla felicità di 100,000 euro esiste, ma solo per il 15% della popolazione, ossia per i più infelici. Una volta superata questa cifra, non si registra un aumento significativo della felicità, ma solo per loro.
Per il 60% della popolazione, quelli con livelli di felicità da medi a buoni, ebbene, la felicità cresce man mano che aumenta la ricchezza. E per il 25% restante, i fortunati “superfelici“, un aumento del reddito genera livelli di benessere sempre più intensi. Insomma, per l’85% della popolazione, contrariamente a quello che si è pensato per secoli, la ricetta della felicità pare essere proprio il denaro.
Nel caso ti sia venuta già voglia di correre in banca a chiedere un prestito o inizi a fare i conti su come raggiungere quella fatidica cifra, Lorenzo Dornetti, CEO di Neurovendita, ci invita alla prudenza: “Il denaro è solo una delle variabili con impatto positivo sulla felicità; ci sono anche la rete delle relazioni affettive, la soddisfazione sul lavoro, la sfera della spiritualità, tutti elementi che interagiscono tra loro influenzando positivamente il livello di felicità delle persone”. Ciò non esclude che, la prossima volta che sentirai quell’adagio, potrai rispondere con un sorriso beffardo.