L’intelligenza artificiale ormai è una realtà: ma perché inquieta tantissime persone? È un timore fondato o solo legato alla generazione?.
I mondi del digitale e quello dell’intelligenza artificiale stanno facendo passi da gigante. Ogni mese che passa ci sono continui aggiornamenti e rilasci di piattaforme, macchinari e processi digitali sempre più all’avanguardia che permettono di gestire enormi processi senza che ci sia l’effettiva mano dell’uomo. Alcuni di essi sono anche in grado di simulare in tutto e per tutto quelle che sono le sensazioni e le emozioni che si rifanno a quelle di ognuno di noi.
Dalla famosa ChatGPT che sta spopolando in questo ultimo periodo, a robot che hanno praticamente sostituito l’azione umana, l’intelligenza artificiale è una realtà odierna ormai consolidata. In molti hanno sviluppato nei suoi confronti un vero e proprio timore ed inquietudine. Da cosa è dato questo sentimento? Si tratta di un timore ben fondato e razionale o si tratta di una preoccupazione generazionale?
Si è sempre detto, nel corso degli anni, che un giorno prima o poi, i robot sostituiranno gli uomini. In parte, per alcune attività, automatismi e macchinari presenti in alcune aziende, è del tutto vero. Certo è che ci sono delle attività senza le quali le automazioni sono nulla, e necessitano per forza di cose della mano dell’uomo, ma queste tendono ad abbassare notevolmente quella che è detta la manodopera umana. E l’intelligenza artificiale è arrivata ad un punto da spaventare, in maniera concreta, l’opinione pubblica.
Il modo di agire di alcuni robot e di alcune applicazioni sono talmente sviluppate da sembrare realmente umane, e questo punto ha generato un fenomeno, o quasi una latente patologia, che è denominata come “valle perturbante”, derivante dall’originale “uncanny valley”. Ma di cosa si tratta? Cosa sta sviluppando nella concezione umana questo fenomeno? Quello che è emerso è davvero un dato inquietante in base a dei ragionamenti scientifici.
Saranno stati i troppi film di fantascienza, o una percezione completamente reale, ma l’uomo da sempre ha paura dei robot e delle macchine e di reazioni che potrebbero essere fuori controllo.La valle perturbante fa piombare le persone in una sensazione molto sgradevole che si manifesta nella preoccupazione di essere sostituiti in tutto e per tutto dalle macchine. È certo fondata come paura, soprattutto nell’ambito lavorativo. Molto più figurata invece in quella che rientra nelle sfere sentimentali.
Molti temono che in un modo o nell’altro, per la grande capacità di simulazione di aspetti emotivi, che le macchine possano prendere il posto dell’umanità anche nei normali processi quotidiani, riguardando le relazioni personali. Ovviamente, per quanto possano essere sviluppate tali tecnologie, è una paura irrazionale che non trova fondamenti. Ma è comunque dilagante: La cosiddetta valle perturbante, se varcata, fa temere all’uomo la troppa similitudine delle sue azioni di fronte alle macchine. La differenza è nel controllo che la mente umana può avere nei loro confronti, ma la paura di soccombere e di essere sostituiti, è scientificamente valida e consolidata, tanto da indurre molte persone ad evitare qualsiasi contatto con ogni forma di tecnologia ed intelligenza artificiale.
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