Alcuni lavori potrebbero fare male alla salute mentale, compromettendo diversi fattori più o meno fondamentali.
Un vero e proprio argomento delicato quello del lavoro. Tante possono essere le interpretazioni di questa parola che compare anche nel primo articolo della nostra Costituzione. Ma non sarebbe fondata solo la nostra Repubblica su questo aspetto, ma l’intera nostra esistenza.
Lavorare non consente solo di portare il pane a casa, è un’attività che ci mantiene attivi, che riesce a far esprimere il meglio della propria personalità e capacità al servizio di un bene. Ma resta un dato di fatto: non tutti i lavori sono uguali e alcuni possono davvero essere usuranti, a tal punto da compromettere le nostre funzionalità cerebrali.
Ecco la lista dei lavori altamente usuranti e che debilitano la nostra mente
Non chiacchiere, ma una vera e propria ricerca scientifica a cura del Paris Brain Institute e resa nota sulla rivista, National Library of Medicine. In sintesi, lo studio mira a fare una classifica delle attività lavorative che provocano affaticamento cognitivo.
Proprio quest’ultimo, causato da un’intensa attività lavorativa, avrebbe portato a riscontrare a fine giornata un’elevata quantità di glutammato nella corteccia prefrontale laterale.
Sono state sottoposte a scansioni cerebrali ben 40 persone in fase lavorativa. Proprio in coloro i quali erano in settori dove ad essere maggiormente richiesta era la capacità di multitasking e problem solving sono stati trovati accumuli importanti di glutammato. Questa sostanza viene eliminata durante le ore di sonno e costituisce potenziale pericolo per la salute.
I lavori più stressanti sarebbero quelli che presuppongono un continuo sforzo decisionale. Secondo il team del Paris Brain Institute, ad essere maggiormente a rischio: autisti di ambulanze, piloti di aereo, chirurghi e medici in generale. A questi professionisti vanno aggiunti anche i giudici, i controllori di traffico aereo, eccetera.
Questi lavori necessiterebbero di maggiori pause tra una prestazione ed un’altra. Proprio dormire aiuterebbe a smaltire il glutammato. Alcune catastrofi, imprecisioni e, perché no, operazioni e sentenze sbagliate sono state causate proprio dal poco riposo di medici e giudici. L’accumulo di glutammato innesca un meccanismo di regolazione che rende difficile il ripristino di una corretta funzione cognitiva, dopo una giornata lavorativa.
Tutto ciò porterebbe a decisioni più impulsive e meno “studiate”, che potrebbero compromettere la propria salute e mettere in pericolo – per alcuni lavori – quella degli altri. Meglio riposare tra una prestazione e l’altra per poter meglio affrontare il lavoro.