In Italia è tornato il Colera. Un caso è stato segnalato e confermato dalle autorità sanitarie: ecco cosa c’è da sapere.
Ci sono alcuni morbi e malattie che, sebbene le pensiamo debellate o in ogni caso lontane da casa nostra, in realtà sono ancora dietro l’angolo, pronte a tornare a far paura. È il caso del colera che, dopo l’ultimo caso segnalato nel 2019 e riportato nel Cholera Annual Epidemiological Report for 2021, torna in Italia: è stato di nuovo segnalato un caso.
Il colera, malattia endemica in molti paesi del mondo poiché non è stato ancora eliminato il batterio che lo provoca, è una malattia che si trasmette per via oro-fecale: di fatto, bisogna avere un contatto diretto per rimanerne contagiati. Comportamenti pericolosi sono quindi l’ingestione di alimenti contaminati con materiale fecale: nella maggior parte dei casi il batterio si trova nell’acqua e nei cibi poco cotti. Ecco cosa c’è da sapere sul caso segnalato in Italia e qual è la situazione attuale.
Un caso di colera in Italia: le informazioni utili
L’uomo che è stato contagiato dal colera si trova a Cagliari, ha 71 anni e al momento sta bene: ricoverato nel reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Santissima Trinità, ha scoperto la sua diagnosi dopo essersi recato in ospedale per altri motivi, tra cui la disidratazione. L’ultimo focolaio in Italia risale al 1994 quando, a Bari, è stato consumato del pesce crudo infetto. Secondo la Società Italiana di malattie infettive e tropicali, non bisogna allarmarsi più del dovuto e soprattutto si deve attendere l’identificazione del sierotipo del vibrione del colera: solo alcuni possono causare epidemie, mentre altri determinano solo gastroenteriti.
In generale, il colera si prende quando le condizioni igienico-sanitarie sono piuttosto scarse e i suoi sintomi si manifestano dopo un tempo che varia da 1 a 3 giorni di distanza dal momento in cui si ha ingerito l’alimento contaminato. Nel 75% dei casi, però, il colera è asintomatico e altrettanto spesso si manifesta solo con diarrea. In alcuni casi, invece, è presente disidratazione, vomito e crampi alle gambe o addirittura febbre e shock.
Nel caso in cui venga diagnosticato il colera, se si tratta di un caso isolato è sufficiente reidratare il paziente: la malattia si risolverà da sola e solo un contagiato su 100 va incontro alla morte. Nel caso di pandemia o epidemia, invece, bisogna capire qual è la fonte del contagio, analizzando le acque, le abitudini alimentari e di vita e indagando chi potrebbe essersi contagiato.