Vi daremo la spiegazione scientifica della correlazione tra gelato e mal di testa. Non ci avreste mai pensato.
Il dolce preferito in estate può causare un dolore alla testa. Lo testimoniano tante persona ma qual è il motivo?
In estate per combattere il caldo c’è una sola soluzione preferita da tanti italiani, mangiare un gelato. O in alternativa bere una bibita fresca dissetante per regalarsi attimi di piacere prima di tornare a soffrire e sudare per l’afa. Eppure il sollievo per alcune persone finisce ancora prima di finire il gelato. Consumare ghiaccioli, coni e altri cibi o bevande fredde con voracità può portare un fastidioso mal di testa.
Siamo in presenza di un fenomeno scientifico chiamato Ganglioneuralgia sfenopalatina che si manifesta quando i vasi sanguigni del palato si costringono velocemente al contatto con una sostanza fredda. Una volta ripristinata la normale temperatura, poi, i vasi si dilatano.
La correlazione tra mal di testa e gelato, la spiegazione scientifica
Mangiare il gelato e provare un dolore breve e lancinante, è più comune di quanto si possa pensare. La causa è il freddo improvviso, come detto, che scatena una reazione da parte dei vasi sanguigni del palato. Fortunatamente il disagio sparisce in fretta così come appare, circa in cinque minuti.
Il motivo scientifico è che i recettori del dolore rilevano la vasodilatazione e inviano un segnale al nervo trigemino che regola normalmente gli stimoli percepiti sul volto. Il cervello interpreta questa sensazione dolorosa come proveniente dalla fronte ed ecco che si manifesta il dolore tipico della cefalea.
C’è un’altra possibile interpretazione che vede il disturbo associato alla rapida dilatazione dei vasi sanguigni e alla conseguente costrizione dell’arteria cerebrale anteriore. Anche in questo caso si attiva un meccanismo di difesa del cervello che essendo sensibile al freddo vuole proteggersi dagli abbassamenti di temperatura aumentando l’afflusso di sangue caldo che, però, provoca emicranie intense essendo la scatola cranica un contenitore chiuso.
Spiegazioni diverse ma tutte legate, comunque, al freddo improvviso percepito dal cervello come un pericolo dal quale tutelarsi. Può accadere mangiando un gelato, un ghiacciolo oppure bevendo una bibita fresca. Ma succedere anche tuffandosi nell’acqua fredda di un fiume dalle temperature molto basse oppure inspirando dalla bocca mentre si pattina sul ghiaccio.
La stima è del 30/40% di persone che soffrono di questo mal di testa da stimoli freddi. Lo si riconoscere per la breve durata del dolore e per la sede della fitta dolorosa (al centro della fronte, in entrambe le tempie o solo da una parte del capo, nella regione temporale e retro-orbitale).