Chi è molto intelligente tenderebbe a soffrire maggiormente di disturbi dell’umore e di depressione, ecco perché
C’è una strana correlazione tra le persone dotate di un alto quoziente intellettivo e i disturbi depressivi. Sono stati molti gli studi in merito.
Nonostante siano due aspetti della personalità completamente separati, spesso tra di essi può esserci correlazione. Innanzitutto bisogna dire che i disturbi depressivi più o meno gravi influenzano molto l’umore delle persone, non solo anche gli atteggiamenti e i modi di fare.
La depressione può impattare più o meno significativamente sulla qualità della vita, tanto che potrebbe essere necessario intraprendere un percorso psicologico e, in alcuni casi, assumere dei farmaci. L’intelligenza è quella capacità di arrivare alla soluzione dei problemi, il riuscire a ragionare senza distrarsi e nel minor tempo possibile, inoltre comprende anche la capacità di adattarsi al nuovo.
Alcuni studi sottolineano la correlazione negativa proprio tra l’intelligenza e la prevalenza di disturbi depressivi: coloro i quali sono dotati di un QI alto potrebbero maggiormente soffrire di depressione e disturbi di ansia.
La causa è collegata al fatto che colui il quale è abituato a fare domande e a cercare risposte ed è dotato di intelligenza alta può finire col vivere un’esistenza all’insegna dell’angoscia. Il sapere troppo (ad esempio sul dolore o altri aspetti veri, ma difficili della vita) può portare tali soggetti in uno stato depressivo.
Il peso dell’intelligenza: un macigno per la mente
L’intelligenza sarebbe nella fattispecie un carico pesante da portare e per nulla scontato. Quando si pensa tanto, si hanno maggiori strumenti per concentrarsi ed analizzare la realtà, si finisce con l’essere insoddisfatti, col vivere senza godere.
Tutto può nuocere alla sensibilità di chi è intelligente, ad esempio coloro che affrontano la vita con superficialità, gli stolti e chi non riesce a comprendere quanto siano impattanti le differenze. Le abissali incongruenze tra chi ha troppo (ad esempio ricchi) e chi ha poco (ad esempio coloro che non hanno un tetto sulla testa e pochi spicci per mangiare).
Le persone molto intelligenti potrebbero soffrire di un disturbo dissociativo della realtà. Non riescono a vivere la propria vita in prima persona, bensì come fossero narratori esterni. Questo fa apparire, spesso, loro strani. Si pensi, ad esempio, a grandi menti del passato come Einstein, Van Gogh, eccetera. Menti che, seppur eccelse, celavano il malessere di riuscir a comprendere troppo, ma allo stesso tempo non essere compresi dai più.