Grandi novità sul fronte previdenziale: ci sono 3 modi per andare in pensione prima dei 60 anni. Vediamo insieme i requisiti.
Non tutti dovranno lavorare fino a 67 anni. Le vie di “fuga anticipata ” sono tante. In particolare ci sono 3 modi per riuscire ad andare in pensione addirittura prima dei 60 anni. In questo articolo vi spieghiamo tutto nei dettagli.
La legge Fornero ha portato l’età pensionabile a 67 anni. Ma per poter smettere di lavorare a tale età, è necessario anche soddisfare altri due requisiti:
- avere almeno 20 anni di contributi;
- aver maturato un assegno previdenziale pari almeno a 2 volte l’importo dell’Assegno sociale.
L’importo dell’assegno sociale è soggetto a rivalutazione e, di conseguenza, cambia ogni anno. Per il 2023 è stato fissato a 503,27 euro. Se una persona non soddisfa i suddetti requisiti non potrà andare in pensione nemmeno a 67 anni ma dovrà aspettare fino a 71. Eppure un modo per andare in pensione con largo anticipo c’è. Anzi ci sono ben tre strade che consentono l’uscita dal lavoro addirittura prima dei 60 anni.
Ecco come andare in pensione prima dei 60 anni
Una volta era abbastanza comune che le persone andassero in pensione intorno ai 55 anni. L’avvento della legge Fornero nel 2011 ha cambiato tutto. Però le strade per smettere prima di lavorare ci sono. Vediamo, dunque, tre modi per andare in pensione prima di aver spento 60 candeline sulla torta.
Pensione anticipata ordinaria
Questa opzione permette di andare in pensione, a prescindere dall’età anagrafica, al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Va da sé che se una persona ha iniziato a lavorare a 18 anni in modo stabile e continuativo, potrà andare in pensione a 59 anni o poco più.
Quota 41
Misura oggetto di dibattito a Palazzo Chigi: la Lega di Matteo Salvini insiste affinché venga estesa a tutte le categorie di lavoratori ma l’Inps frena perché non ci sono risorse sufficienti. Infatti questa misura prevede la pensione con 41 anni di contributi: non esiste alcun requisito anagrafico. Pertanto, anche in questo caso, se un soggetto avesse iniziato la sua carriera lavorativa già a 18 anni e non l’avesse mai interrotta, potrà andare in pensione a 59 anni. Quota 41, per il momento, si rivolge solo alle seguenti categorie:
- disabili con invalidità pari o superiore al 74%;
- lavoratori addetti a mansioni usuranti;
- lavoratori precoci che hanno versato almeno 1 anno di contributi prima di aver compiuto 19 anni;
- disoccupati da almeno 12 mesi.
Estenderla a tutti comporterebbe una spesa di almeno 5 miliardi di euro.
Pensione anticipata per invalidità
Chi ha un’invalidità certificata pari almeno all’80% e ha almeno 20 anni di contributi, può andare in pensione a 61 anni se è un uomo o a 56 anni se è una donna. L’età pensionabile si abbassa ulteriormente a 56 per gli uomini e 51 per le donne nel caso in cui la disabilità riguardi la vista. Attenzione però: l’invalidità deve riguardare la mansione svolta dal lavoratore, non basta un’invalidità generica. In pratica bisogna dimostrare che, a causa della sua invalidità, la persona non riesce più a svolgere il suo lavoro né nessun altra mansione che rientri nelle sue competenze.