Nessuna buona notizia in termini di salute pubblica, in Italia. Aumenta il numero di obesi gravi e i farmaci non risolvono il problema.
Per quanto tutti conosciamo le regole base per una vita lunga e sana, di fatto lungo il corso dell’esistenza sono molti gli ostacoli che possono portarci lontani dalla strada corretta. Mangiare in modo sano e vario, consumando frutta e verdura quotidianamente e riducendo i grassi e gli alcolici, fare sport e condurre una vita attiva sono sicuramente i pilastri per un corpo sano e che tenga lontani problemi e malattie, ma la situazione in Italia sembra piuttosto lontana da questi ideali.
Nel nostro paese, infatti, sono 4 milioni le persone affette da obesità e sono 17 milioni quelle che si trovano in sovrappeso. Queste due condizioni del corpo hanno conseguenze pericolose sia a livello psicologico che a livello fisico, favorendo l’insorgenza di patologie metaboliche ma non solo e predisponendo la persona a percepire un disagio verso il proprio corpo che può sfociare anche in ansia e isolamento. Ecco quindi qual è il trattamento consigliato dagli esperti.
Aumentano gli obesi gravi in Italia: vie di trattamento
Per quanto la scienza e la medicina nel corso del tempo abbiano formulato dei farmaci specifici contro l’obesità, in molti casi efficaci ed accolti anche con un clamore mediatico importante, dall’altro lato molti esperti sostengono che in molti casi per trattare l’obesità non ci sia altra via se non quella della chirurgia bariatrica. Il XXVI Congresso dell’International Federation for the Surgery of Obesity and Metabolic Disorder si terrà a Napoli dal 30 agosto al 1° settembre e tratterà proprio il tema dell’approccio curativo all’obesità.
Secondo il professor Luigi Angrisani, la chirurgia bariatrica con tutte le sue procedure consente un calo ponderale che può arrivare sino al 70%, garantendo risultati anche duraturi nel tempo e in generale migliori rispetto a quelli che si ottengono con i farmaci. Nonostante queste evidenze scientifiche, però, sono ancora pochi gli interventi di questo tipo nel nostro paese: meno di 1 paziente obeso su 1000 accede a queste procedure chirurgiche.
Secondo gli esperti, quindi, il primo compito del Congresso è quello di riuscire ad allargare il bacino di pazienti che possono accedere alla chirurgia, poiché in questo modo ne beneficerebbero molte più persone. Le nuove indicazioni includono anche le persone con obesità di grado 1 quindi meno grave, i bambini e gli adolescenti dai 12 anni in su così come gli anziani over 65.