Stipulare un mutuo con un privato è davvero possibile, ma attenzione alla soglia dei tassi di interesse. Vediamo come calcolarli.
Quando le banche non concedono un mutuo o comunque non si vuol ricorrere ad un istituto di credito, c’è la possibilità di possibilità di chiedere il finanziamento a un privato. Ecco quello che bisogna sapere per non rischiare di pagare tassi di interesse eccessivi.
Ottenere un mutuo dalla banca oggi sta diventando sempre più complicato. Per convincere l’istituto della propria affidabilità, infatti, bisognerà dimostrare di poter pagare la rata mensile del piano di ammortamento. Ma con i tassi di interesse attuali, legati ai rialzi decisi dalla Banca Centrale Europea, gli importi delle rate hanno raggiunto soglie che per uno stipendio medio sono impossibili da sostenere.
La banca non accorderà mai 800 euro di mutuo a chi percepisce 1.300/1.400 euro al mese. In più servirà avere un contratto a tempo indeterminato da lavoro dipendente per mostrare la propria solidità. Altro requisito sempre più difficile da presentare. Insomma, la probabilità che oggi la banca dica “no” alla domanda di mutuo è molto alta. Una soluzione potrebbe essere il mutuo tra privati.
Mutuo tra privati, cos’è e come si calcolano gli interessi
Il contratto di mutuo tra privati coinvolge un soggetto che non concede finanziamenti al pubblico. Niente banche o finanziarie, dunque, ma un ente o persona fisica nonché giuridica. Il mutuante è il proprietario dei beni o dei diritti concessi in mutuo. Il mutuatario è colui che si accolla i pagamenti mensili per ottenere quel bene o quei diritti.
Tra privati il contratto è oneroso. Il mutuatario ha l’obbligo di pagare al mutuante una controprestazione che solitamente è rappresentata dagli interessi sulla somma o sui beni erogati. Tali interessi si stabiliscono in funzione di un tasso percentuale fisso, variabile o misto (proprio come accade con le banche).
Il tasso di interesse legale è pari al 5% annuo con decorrenza dal 1° gennaio 2023. Le parti possono anche optare per un tasso superiore a quello legale a patto che vengano rispettate queste condizioni:
- l’accordo sia redatto in forma scritta con la firma di entrambe le parti;
- il tasso sia determinato o determinabile tramite rinvio ad elementi estrinseci al contratto stesso o a criteri rivelabili in modo obiettivo volti a determinarne la qualificazione;
- il tasso non superi la soglia oltre la quale scatta l’usura.
Il tasso viene definito da usura in questi casi:
- supera il limite fissato per il tasso medio, come riportato dall’ultima rilevazione pubblicata in Gazzetta Ufficiale, aumentato di un quarto con altri quattro punti percentuali di margine;
- anche se inferiore al precedente limite, risulti ugualmente sproporzionato rispetto alla prestazione.