Intervistato dal portale Notizie.com, il membro della Commissione Lavoro al Senato Gianni Berrino parla dei rischi legati al salario minimo.
Gianni Berrino, membro della Commissione Lavoro al Senato in quota Fratelli d’Italia (FdI), ha spiegato al portale Notizie.com quali ritiene siano i rischi che il salario minimo potrebbe comportare nel caso dovesse diventare legge dello Stato. Inoltre, Berrino ha detto di nutrire buone aspettative nei confronti del tavolo di confronto sul tema, tra Governo e opposizioni previsto per San Lorenzo.
“Ci aspettiamo un incontro serio e costruttivo – ha dichiarato Berrino al portale – cioè non basato su questioni ideologiche”. E ancora: “Bisogna capire cosa si intende veramente per salario minimo e quali sono gli strumenti per poter superare i contratti collettivi pirata”. Berrino ha posto l’accento sull’importanza di affrontare le cause specifiche, responsabili di “stipendi estremamente bassi”, come ad esempio il “lavoro in nero”.
“Altre volte invece – ha continuato Berrino – [sono dovuti, ndr] a contratti collettivi stipulati con sindacati non rappresentativi al massimo dei lavoratori, spesso in accordo con imprenditori non completamente rispettosi”. Ed infine ha fatto emergere un altro problema: “Alcuni datori fanno lavorare i dipendenti per poche ore alla settimana. In questo caso gli stipendi bassi sono dovuti al numero di ore o di giornate lavorate”.
Il rischio della contrattazione al ribasso delle dinamiche salariali
Il giornalista di Notizie.com ha poi chiesto a Berrino di approfondire la posizione espressa dalla premier Meloni e dal Governo circa il rischio più volte paventato che il salario minimo conduca ad un generale ribasso contrattuale delle dinamiche salariali. “Anche a mio giudizio – ha risposto Berrino – il salario minimo per legge porterebbe a un deterioramento al ribasso del potere contrattuale dei sindacati e quindi dei lavoratori”.
In altre parole, secondo Berrino uno stipendio che preveda contrattualmente il salario minimo rischierebbe di togliere ai sindacati il potere di contrattazione a cui, secondo l’esponente di Fratelli d’Italia si aggiungerebbe un’ulteriore incognita: “Chi pagherebbe l’aumento a coloro che oggi hanno salari minimi sotto i 9 Euro all’ora?”.
Le differenze di vedute tra maggioranza e opposizioni emergono con grande evidenza. Non sarà semplice trovare un punto di unione al tavolo di confronto, anche se il problema degli stipendi troppo bassi per tanti lavoratori italiani appare ormai un problema centrale per tutte e forze politiche. Si attendono quindi gli sviluppi del dibattito. Nel frattempo, per leggere l’intervista integrale su Notizie.com, ecco il link all’articolo.