Pizza e caffè non mancano mai nelle tavole degli italiani, ma ci sono dei rischi sulla salute legati a questi due prodotti. Come difendersi.
Noi italiani non rinunciamo mai alla pizza e al caffè. Molti di noi cominciano il mattino con un buon espresso, che poi diventano due, tre, quattro durante l’arco della giornata. A fine serata ci concediamo una buona pizza, quella del nostro pizzaiolo di fiducia. Sono infatti cose che non mancano mai nelle nostre tavole e pretendiamo anche che siano perfetti.
Esistono alcuni studi sul rapporto degli italiani con il caffè e la pizza. Per quanto riguarda il primo, in media se ne bevono 3 al giorno e c’è addirittura chi eccede. Per quanto riguarda il secondo piatto è molto interessante sapere che in Italia si mangiano ogni giorno 5 milioni di pizze. Nel nostro Paese, patria di questa pietanza, ne abbiamo a disposizione di ogni tipo: da quella classica tonda, a spicchio, al taglio e anche al metro.
Quando si parla di pizza e caffè spesso si fa accenno alle calorie della pietanza e ai rischi della caffeina, sottolineando come entrambe possano interferire con qualità del sonno e digestione. Ma ci sono altri studi che fanno preoccupare ancora di più e che fino ad ora non erano emersi, poiché si tratta di una notizia recente. L’allarme è stato lanciato dalla dottoressa Chiara Manzi, docente di divulgazione scientifica presso l’Università di Milano-Bicocca e di Medicina Culinaria all’Università di Ferrara.
L’esperta spiega che questi due prodotti contengono acrilammide, una sostanza potenzialmente cancerogena. Questa si forma con la cottura a 120 gradi della pizza, ma anche nei cereali, nelle patate e nel caffè. Quando la pizza diventa nera nei bordi, questi non bisognerebbe mangiarli perché sono cancerogeni in quanto contengono concentrazioni di acrilammide. Secondo lo studio, questa sostanza che viene prodotta dalla reazione di Maillard agisce sul DNA.
Questa sostanza può essere la causa di tumori endocrini, dell’ovaio, dell’endometrio, seno e prostata. Inoltre, aumenta l’incidenza del cancro al rene e fa male allo sviluppo del feto. Ci sono alcune condizioni favorevoli alla formazione dell’acrilammide. La prima è la presenza di glucosio, fruttosio, maltosio, lattosio, galattosio e asparigina. Quest’ultima è contenuta in maggiore percentuale nei cibi integrali.
L’acrilammide viene sprigionato con la frittura, cottura al forno, grigliatura e tostatura e il cibo deve apparire marrone (bruciato). Già dal 1994 gli esperti hanno affrontato i pericoli di questa sostanza tossica e cancerogena, ma come possiamo difenderci? I polifenoli sono considerati sostanze che contrastano l’acrilammide e inserendoli negli impasti possono ridurre la tossicità degli alimenti.
Inoltre, gli esperti hanno consigliato di fare attenzione a sostanze come la vitamina C, di cui arancia e limone sono ricchi, perché possono potenziare l’acrilammide. Friggere gli alimenti a 170 gradi e inserire nella cottura della pizza una ciotola d’acqua possono contrastare la formazione di questa sostanza.
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