Per ora si tratta di novità ancora soltanto possibili ma, se diventeranno effettive, l’impatto sui cittadini sarà considerevole. Proviamo a chiarire.
Il futuro che attende l’ISEE, ovvero l’indicatore che certifica la condizione economica delle famiglie italiane, potrebbe essere di stravolgimento totale. E addirittura di sostituzione con un sistema di calcolo completamente diverso, seppur con medesime finalità: si tratterebbe di un nuovo sistema di definizione del patrimonio posseduto e delle tasse da versare dal nucleo, ri-battezzato quoziente familiare, da introdurre con gradualità.
E la differenza rispetto all’ISEE sarebbe sostanziale: perché non si baserebbe più sul reddito personale e sul patrimonio economico, mobiliare ed immobiliare, di ciascun membro di famiglia, bensì su quello complessivo del nucleo, dividendolo poi per il numero dei componenti. E, così facendo, applicherebbe quindi una sorta di media.
Questo è quanto risulterebbe contenuto, anche se al momento ancora solo come avvisaglia, nella delega fiscale: una previsione che comporterebbe un significativo cambio di rotta in merito ad uno strumento fondamentale per le famiglie italiane che intendano richiedere agevolazioni statali, bonus ed aiuti. E la differenza principale é che con il quoziente familiare al posto dell’ISEE, i vantaggi maggiori ricadrebbero sui nuclei familiari più numerosi, a dispetto di quelli con pochi o senza figli.
Le principali conseguenze dell’abbandono dell’ISEE a favore del nuovo quoziente familiare
Partiamo dalla conseguenza più evidente: se oggi, infatti, tanto le famiglie più o meno numerose quanto i cittadini singoli possono utilizzare l’ISEE per presentare domande di ottenimento di agevolazioni statali, aiuti e bonus economici, con l’introduzione del nuovo quoziente familiare le domande potrebbero essere avanzate solo dai nuclei familiari.
Inoltre, come già menzionato, sarebbero le famiglie più numerose quelle a poterne beneficiare di più, perché il rapporto tra il numero di membri che compongono il nucleo familiare e l’aggravio delle tasse diventerebbe inversamente proporzionale: in altre parole, tanti più sono i membri che compongono il nucleo, tante meno sarebbero le tasse da versare.
Una misura attualmente già attiva basata proprio sul reddito familiare viene utilizzata per il Superbonus 110%-90%. Ma è importante ribadire che la certezza assoluta che il cambio avvenga, e soprattutto in toto, ovvero con l’abbandono definitivo dell’indicatore dell’ISEE, in questo momento non sussiste. Anche se non vi è dubbio che i segnali a favore sia emersi su più fronti. Per quanto quindi prematuro, considerata l’importanza che questi parametri hanno assunto nella partecipazione al livello di benessere delle famiglie italiane così come dei singoli cittadini, sarà essenziale continuare a monitorare le mosse del Governo e, all’occorrenza, prepararsi alla possibilità di nuovi paradigmi.