La pensione a 56 anni è un traguardo raggiungibile per una platea ristretta di cittadini: chi può lasciare il lavoro con 11 anni di anticipo
Una categoria di lavoratori ha l’opportunità di ottenere il pensionamento a 56 anni, undici anni prima della pensione di vecchiaia. Un possibilità importante e da sfruttare, se si vuol evitare di andare in pensione molto più in là con l’età.
La pensione di vecchiaia è lo scivolo pensionistico che permette a tutti i lavoratori di lasciare il lavoro a 67 anni con venti anni di contributi. Il sistema previdenziale italiano, poi, prevede altre forme di pensionamento note ai cittadini come Quota 103, attiva nel 2023 (in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi), Opzione Donna (60/59/58 anni di età e 35 di contributi solo per caregiver, invalide al 74% e disoccupate) oppure come la pensione anticipata ordinaria (42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e dieci mesi per le donne).
Queste forme di pensionamento richiedono requisiti molto difficili da raggiungere per tanti cittadini, soprattutto con riferimento agli anni di contribuzione. Possibile che chi ha solo 20 anni di contributi non abbia altra possibilità che attendere i 67 anni? In realtà un’opzione alternativa c’è ma è riservata a pochi, anzi a poche.
In pensione a 56 anni, opportunità riservata a poche lavoratrici
Il sogno di andare in pensione a 56 anni può essere realizzato unicamente da chi soddisfa i requisiti di accesso alla pensione anticipata con invalidità pensionabile. Il requisito anagrafico dei 56 anni si rivolge alle donne. Gli uomini, invece, dovranno attendere i 61 anni.
Condizione necessaria è avere riconosciuta una percentuale di invalidità pari o superiore all’80%. Ma di quale invalidità parliamo? Non di quella civile generica che viene riconosciuta a chi ha subito una riduzione della capacità lavorativa generale. Parliamo dell‘invalidità pensionabile o specifica con riduzione della capacità lavorativa in relazione alla mansione svolta durante la carriera lavorativa.
Questa tipologia di invalidità è riconosciuta da una Commissione INPS ( e non dalla Commissione dell’Azienda Sanitaria Locale come l’invalidità civile generica) che valuterà lo stato di disabilità, il grado da assegnare nonché la possibilità che esistano alternative alla cessazione dell’attività lavorativa. Significa che la pensione verrà concessa solo se il lavoratore invalido non potrà essere assegnato ad altra mansione diversa da quella che ha sempre svolto e che non può più svolgere.
Oltre al requisito sanitario (invalidità specifica dell’80%) e anagrafico (56 anni per le donne e 61 per gli uomini), la pensione anticipata con invalidità pensionabile richiede anche 20 anni di contributi minimi. Soddisfacendo tutte le condizioni si potrà andare in pensione attendendo, però, 12 mesi, prima di ottenere il primo rateo pensionistico.