Anche se non lo vediamo perché scorre sotto la nostra pelle, il sangue svolge tutta una serie di funzioni vitali. Ecco come accorgersi se qualcosa non va.
Tutti sappiamo che il sangue è letteralmente la nostra linfa vitale. Meno note sono invece le infezioni a cui può essere soggetto, spesso con esiti fatali. Sì, perché in condizioni normali, il liquido che scorre nelle nostre vene deve essere sterile, per cui la presenza di microrganismi quali batteri e virus è indice di un’infezione in corso. Nel caso di una malattia infettiva generalizzata, causata dalla penetrazione e riproduzione di agenti patogeni, si parla di setticemia. Ma andiamo per ordine.
Un’infezione del sangue attraversa cinque stadi evolutivi, ognuno dei quali è caratterizzato da manifestazioni cliniche e parametri ben precisi.
- Sindrome da risposta infiammatoria sistemica (Sirs);
- Sepsi;
- Sepsi severa;
- Shock settico;
- Sindrome da disfunzione d’organo multipla (Mods).
Vediamoli uno per uno.
Tutti i segni rivelatori di un’infezione del sangue
Il primo stadio dell’infezione del sangue si manifesta con episodi di ipotermia (<36°C) o febbre (>38.3°C), tachicardia (>90 battiti/min), tachipnea (>20 respiri/min) e una conta anormale di globuli bianchi (>12,000/mm3, <4000/mm3, o >10% globuli bianchi immaturi). Basta la presenza di due o più di questi parametri a classificare un paziente come SIRS.
La sepsi rappresenta l’infezione vera e propria che provoca una risposta infiammatoria incontrollata. Se a scatenarla è un agente eziologico batterico, bisogna ricorrere a una terapia antibiotica ad ampio spettro. Necessaria una terapia antivirale nei casi di infezioni virali e una terapia fungina nei confronti di funghi. E se il quadro settico peggiora si passa alla sepsi severa, con le funzioni di alcuni organi che vengono compromesse (disfunzione del sistema cardiovascolare, sindrome da distress respiratorio acuto, disfunzione di due o più organi o sistemi).
Lo shock settico si presenta invece con un brusco calo della pressione sanguigna, arresto cardiaco e/o respiratorio e insufficienza multi-organo. I tessuti diventano ipossici a causa del diminuito apporto di ossigeno e i globuli bianchi si legano all’endotelio rilasciando sostanze dannose. Purtroppo, i pazienti in shock septico hanno una aumentata mortalità e necessitano di farmaci vasopressori per ristabilire la giusta pressione sanguigna. Infine, la sindrome da disfunzione multiorgano è l’insufficienza di un certo numero di organi o sistemi d’organo a seguito di una patologia, e rappresenta la principale causa di mortalità nei pazienti in terapia intensiva.
Una diagnosi e un trattamento tempestivi dei pazienti settici sono fondamentali per una positiva risoluzione dell’evento infettivo. I biomarcatori meglio associati alle infezioni del sangue sono la procalcitonina (PCT), la presepsina e l’intermedio dell’adrenomodulina (MR-proADM). Monitorarli è fondamentale per gestire efficacemente le infezioni del sangue, che ogni anno sono responsabili di oltre 150.000 decessi in Europa, con una mortalità che arriva al 40%.