Dopo un attesa durata per anni, One Piece è finalmente disponibile su Netflix. Com’è stato accolto lo show? Vale la pena guardarlo?
Se n’è iniziato a parlare nel 2017 quando, in occasione del ventesimo anniversario, Netflix annunciò l’adattamento live action di One Piece. Ed è inutile sottolineare come, sin da subito, siano iniziate voci e discussioni parecchio contrastanti a riguardo. Tra chi si è dichiarato incuriosito e chi, già a priori, ha dichiarato di non voler nemmeno provare a dare un’occhiata.
E non poteva essere altrimenti, considerando che stiamo parlando di un brand capace di vendere più di 500 milioni di volumi a fumetti in tutto il mondo e che vanta quasi 1100 episodi dell’anime, in oltre 25 anni. Ma com’è questo adattamento in live action di One Piece? Vale veramente la pena guardarlo? Netflix ha centrato il segno?
One Piece, com’è stato accolto il live action di Netflix
Le prime otto puntate dello show sono finalmente disponibili su Netflix, quindi anche voi potete mettervi davanti alla TV e giudicare il live action di One Piece. Partiamo dal presupposto che Eiichiro Oda ha potuto supervisionare la realizzazione dello show e che il cast si è dimostrato sin da subito partecipe in tutto e per tutto a quest’opera. Così come i produttori e i registi.
Ovviamente, come qualsiasi adattamento di opere così importanti, sono stati fatti dei tagli importanti alla trama. Pensate che i primi 8 episodi, della durata di un’ora circa, raccontano i fatti avvenuti nei primi cento capitoli del manga. Ci si focalizza molto sui rapporti per approfondire i singoli protagonisti e i loro caratteri, una scelta per dare enfasi ai momenti cruciali della storia e far empatizzare coi personaggi.
Se da un lato si vede l’impegno per portare in scena un’opera il più possibile fedele all’originale, dall’altro è proprio questo aspetto a rendere i primi 8 episodi di One Piece in live action poco appetibili. Il manga e l’anime sono caratterizzati da mostri marini, cyborg, muscoli enormi e spesso sproporzionati. Tutti aspetti che, inevitabilmente, con attori in carne ed ossa vengono meno.
Non mancano le critiche anche per parrucche e costumi, che danno più l’aria di assistere ad un cast di cosplayer piuttosto che di rivisitazioni in live action dei tanti amati personaggi di One Piece. Un’opera in generale che divide molto ed è destinata a farlo ancora anche con le prossime puntate. Se da un lato c’è l’amore per la colonna sonora, per la storia, per i personaggi, dall’altro ci si chiede: era veramente necessario un adattamento live action?