Divulgatore scientifico di fama nazionale, Alberto Angela in realtà ha visto la morte in faccia: ecco quando è successo e perché.
Lo conosciamo ed amiamo tutti, il talentuosissimo figlio di Piero Angela, che ci ha lasciati solo pochi mesi fa. La sua passione per la scienza è nata da piccolo quando, con la mamma e la sorella, seguiva il padre nei suoi giri per il mondo e si è concretizzata con una laurea in Scienze Naturali e dei corsi di specializzazione sulla paleontologia e sull’antropaleontologia, svolti negli USA. Nella sua vita, però, Alberto Angela ha rischiato di morire.
Il suo non sembra un lavoro pericoloso, né la sua estetica suggerisce un passato da sbandato o passioni rischiose. Di fatto, però, in due occasioni Alberto Angela si è trovato in quelle situazioni in cui nessuno si vorrebbe mai trovare, descritte da lui stesso come estremamente pericolose e potenzialmente letali: ecco di cosa si tratta.
La prima situazione nella quale il noto divulgatore scientifico ha rischiato la pelle risale a quando aveva solo 14 anni. Seguendo il padre nelle sue esperienze all’estero per lavoro, una volta si è trovato a bordo di un vecchio torpedone piuttosto malmesso, guidato dall’autista in un modo davvero spericolato: in un’intervista, Angela ha raccontato che sgommava sui sentieri sterrati a strapiombo, facendogli vedere proprio la morte in faccia. Ma questa non è l’unica volta.
Solo l’anno successivo, quindi nel 1977, Alberto Angela se l’è vista di nuovo brutta. Si trovava in Indonesia, più nello specifico in un’isola chiamata Nias, dove viveva tra gli altri anche una tribù di ex tagliatori di teste. Alberto Angela con la famiglia ci è arrivato dopo un giorno e una notte di navigazione, a bordo di un vecchio cargo senza alcun tipo di mezzo di sicurezza. Durante la nottata, hanno beccato una tempesta incredibile: “Ho pensato che saremmo affondati, che saremmo morti. Nessuno ci avrebbe più trovato” ha dichiarato, qualche tempo fa, narrando questo episodio. Di fatto, però, anche quella volta se l’è scampata.
In ultimo, nel 2002 Alberto Angela è stato rapito in Niger, dove si trovava mentre stava girando con la sua troupe una puntata di Ulisse – Il Piacere della scoperta. Qui, ha raccontato di aver vissuto 15 ore da incubo, durante le quali sono stati tutti picchiati, malmenati e minacciati, con una forte violenza psicologica. Anche in questo caso, però, ne è uscito sano e salvo.
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