Per alcuni fortunati, i risparmi di qualche anno fa potrebbero trasformarsi in un tesoro inaspettato da migliaia di euro.
Nei giorni scorsi una notizia molto particolare è finita al centro della cronaca. Poste Italiane ha recentemente accordato un rimborso di decine di migliaia di euro ad un titolare di buoni fruttiferi postali emessi nel 1989. Il risparmiatore, residente in un comune della Provincia di Avellino, si è accorto che non aveva ricevuto gli interessi dovuti sul suo buono fruttifero e ha deciso di procedere legalmente.
Chi ha conservato dei vecchi buoni fruttiferi in lire, quindi, potrebbe oggi aver diritto a una compensazione decisamente interessante. Una storia recente dimostra che questi antichi risparmi oggi potrebbero essersi trasformati in una vera e propria fortuna.
Molti italiani potrebbero avere un tesoro senza neanche rendersene conto
Un buono fruttifero è uno strumento finanziario generalmente emesso da un’istituzione governativa o da una banca, che rappresenta un prestito effettuato dall’acquirente all’ente emittente. In cambio, l’ente emittente promette di restituire l’importo investito dopo un periodo prestabilito, noto come “scadenza”, e di pagare degli interessi sul capitale investito nel frattempo.
I buoni fruttiferi hanno una durata che varia, generalmente da pochi mesi a diversi anni. Una volta raggiunta la scadenza, il buono “matura” e l’investitore può riscuotere il capitale iniziale più gli interessi maturati.
Il problema dell’investitore di Avellino nasceva da una revisione dei rendimenti che risaliva all’anno 1986, tre anni prima della sottoscrizione del buono da parte del risparmiatore. Nonostante sul buono fosse presente un timbro che indicava una modifica dei rendimenti, Poste Italiane non aveva comunicato in modo chiaro e adeguato al detentore del buono la nuova percentuale di rendimento.
Dopo una battaglia legale, Poste Italiane ha riconosciuto l’insufficienza della comunicazione e ha accordato al risparmiatore un rimborso di oltre 50.000 euro, molto di più di quanto inizialmente previsto. Il caso ha stabilito un precedente importante e potrebbe aprire la strada a numerosi altri risparmiatori nella stessa situazione.
Se si possiedono buoni fruttiferi postali, specialmente se emessi dopo il mese di giugno 1986, è quindi il momento di agire. La prima cosa da fare è controllare bene sui buoni in questione per vedere se c’è un timbro o un avviso di modifica dei rendimenti. Se si trova qualcosa di simile, potrebbe valere la pena consultare un legale per valutare se si ha diritto ad un rimborso.
Quando si parla di buoni fruttiferi postali è sempre importante ricordare che questi strumenti hanno una scadenza e un termine prescrizionale di 10 anni dalla scadenza dell’ultima quota di interessi. Dopo questo termine, il risparmiatore non sarà più in grado di reclamare alcunché.
Questa storia dimostra che la prudenza e l’attenzione nel gestire i propri risparmi possono portare a scoperte fortunate.