La sindrome da burnout può avere delle pesanti conseguenze sul corpo. Occorre fare attenzione e non sottovalutare il problema.
Il lavoro occupa una parte molto importante nella vita delle persone. Svolgere una determinata attività professionale non è importante solo dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto per sentirsi realizzati. Tuttavia come in qualsiasi questione umana può esserci il rovescio della medaglia.
Per alcuni il lavoro è qualcosa di irrinunciabile. E questo accade quando si ha la fortuna di svolgere un’attività che piace, in un ambiente conciliante. Difatti nel lungo corso di una carriera professionale, ci sono diversi aspetti. L’ambiente di lavoro, le persone con cui si collabora, il carico di ore di lavoro, l’utenza con la quale si ha a che fare sono solo alcuni dei fattori che possono influenzare il modo in cui si vive la propria attività lavorativa.
Molto spesso ad inizio carriera si è pieni di entusiasmo e di aspettative, ma a volte basta un po’ di tempo per rimanere vittime del disincanto. Anche il lavoro che si ama può diventare un nemico. Disagio, sensazione di non sentirsi all’altezza, stress, stanchezza cronica sono solo alcuni dei sintomi della sindrome di burnout. Con questo termine si indica una condizione patologica derivata da una condizione lavorativa logorante.
In un contesto in cui non si ci sente realmente appagati si può essere più soggetti all’esaurimento delle energie psicofisiche. La persona affetta da burnout è stanca, demotivata, nervosa, irascibile. “Non posso farcela” è il suo pensiero costante, desiderando una vita diversa. Tuttavia gli effetti negativi derivati da questa condizione possono influenzare anche la vita privata. Pertanto sarebbe bene comprendere quanto prima la sintomatologia, in modo da agire per evitare ulteriori danni.
Sindrome da burnout: attenzione ai sintomi
La sindrome da burnout può insorgere nel corso della vita professionale di un qualsiasi individuo. Talvolta anche le persone più ambiziose e qualificate devono fare i conti con questa condizione non certo piacevole. Difatti chiunque vorrebbe continuare a svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi possibili. Tuttavia ci sono alcuni fattori che possono agevolare l’insorgere di tale stato patologico.
Il burnout è legato in primis alle performance lavorative. Difatti il dipendente pubblico o privato logorato non riesce a mantenere gli standard di un tempo. Quella che, almeno inizialmente, potrebbe sembrare solo stanchezza, nasconde disagi ben più profondi. Fra i sintomi fisici del burnout c’è senz’altro la spossatezza continua, il mal di testa, la perdita dell’appetito, l’insorgere di problemi legati al sonno.
Tuttavia è l’aspetto psichico a preoccupare maggiormente. La persona affetta da sindrome da logoramento professionale perde in primis il senso di appartenenza all’ambiente di lavoro, non ha più spirito di iniziativa, è sempre nervosa e demotivata. Tutte queste problematiche, molto spesso, non si limitano all’orario di lavoro, ma si portano a casa, coinvolgendo anche gli affetti.
Alcune categorie sono più soggette a sviluppare questo stato di rifiuto disagio. Fra queste ci sono sicuramente le lavoratrici donne, spesso vittime di un sistema discriminatorio, a cui si aggiunge l’impegno familiare. Inoltre fra le categorie professionali più coinvolte ci sono quelle che si dedicano alla cura delle persone, come medici, infermieri, insegnanti della scuola primaria, poliziotti. Tuttavia non vi è professione scevra dal demone del burnout.
Dunque per evitare che questa condizione prenda il sopravvento occorre correre ai ripari. Difatti c’è bisogno di uno sforzo da parte del professionista, il quale deve cercare di adattarsi meglio alla realtà lavorativa in cui è inserito. Inoltre mai dimenticare che il riposo è sacro, pertanto concedersi giorni di ferie e svago può aiutare ad arginare il problema.