Arrivata la revisione delle percentuali rivalutative pensionistiche, ci saranno aumenti ma anche diminuzione per il prossimo anno.
Aumenti e ribassi: ecco cosa aspetta alle pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità per il 2024. Per le pensioni in generale si attendono novità ufficiali.
La speranza era che tali novità venissero introdotte con il Decreto Lavoro e la Manovra Finanziaria 2024, ma si deve ancora capire se ci saranno risorse economiche sufficienti per renderle effettive. Dal 2024 le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità verranno aumentate e rivalutate non solo con l’indice al 2024, ma anche con l’indice di rivalutazione definitivo del 2023.
L’indice al 7,3% per la rivalutazione pensionistica del 2023 è provvisorio e sarà stabilito un indice definitivo nel corso dell’anno. L’obiettivo è aumentare il potere di acquisto dei pensionati e contrastare l’inflazione. L’indice di rivalutazione delle pensioni per il 2023 è stato calcolato al 7,3% sull’andamento dei prezzi al consumo fino ad ottobre, ma è stato rivisto al rialzo all’8,1% considerando gli aumenti dei prezzi di novembre e dicembre 2022.
Tuttavia, i nuovi aumenti delle pensioni non saranno pagati come ogni anno a conguaglio alla fine dell’anno, ma solo a inizio del 2024. Alla nuova rivalutazione si deve aggiungere anche la rivalutazione annua propria del 2024 con indice perequativo in via di definizione entro fine 2023 in base all’andamento di inflazione e Pil. Più alta è l’inflazione, più aumentano le pensioni.
Non solo aumento, ma anche diminuzione delle pensioni nel 2024
Le pensioni aumenteranno ancora nel 2024, ma meno di quanto si sarebbe potuto avere a causa della revisione delle percentuali rivalutative introdotta dal governo Meloni, che ha ridotto gli aumenti per alcune pensioni di importo più elevato. Questo ribasso pensionistico è già iniziato quest’anno.
Le percentuali rivalutative precedenti erano tre. Ecco quali:
- fino a 2.062 euro lordi del 100% delle pensioni 3 volte il minimo;
- fino a 2.577,90 euro lordi del 90% delle pensioni tra 3 e 5 volte il minimo;
- fino a 2.577,90 euro lordi del 75% delle pensioni più di 5 volte il minimo.
Con la revisione voluta dal Governo Meloni, le percentuali sono adesso le seguenti:
- 100 euro lordi mensili del 100% le pensioni fino a 4 volte il minimo;
- 626 euro lordi mensili dell’85% per le pensioni fino a 5 volte il minimo;
- 150 euro lordi mensili del 53% per le pensioni fino a 6 volte il minimo;
- 200 euro lordi al mese del 47% per le pensioni fino a 8 volte il minimo;
- 250 euro mensili lordi del 37% per le pensioni fino a 10 volte il minimo;
- il 32% per le pensioni che sono oltre 10 volte il minimo.
È evidente che, a seguito delle nuove percentuali di rivalutazione pensionistica, si è verificata una riduzione della rivalutazione di ogni trattamento pensionistico, ad eccezione di quelle di importo più modesto, con conseguenti incrementi inferiori.