Sapete riconoscere quali sono gli alimenti ultra trasformati che compriamo e consumiamo ogni giorno? Ecco come individuarli.
Sappiamo bene che ciò che mangiamo influenza il nostro stato di salute. Viviamo ormai in un’epoca in cui l’attenzione per il cibo è alle stelle. Non solo per il boom di allergie e intolleranze che sta colpendo tantissime persone, ma soprattutto per una tendenza importante di ritorno alle origini, che significa mangiare sano, quindi prodotti bio e carni senza uso di antibiotici.
Del resto, il ragionamento che vige oggi è uno: i nostri nonni e genitori hanno sempre mangiato prodotti molto più sani perché provenivano dalle loro campagne o da quelle dei loro concittadini, quindi erano a chilometro zero, inoltre l’uso di prodotti chimici era molto limitato e gli alimenti non erano così ultra trasformati.
Già, perché il problema più grosso che ci troviamo ad affrontare oggi, quando facciamo la spesa, è quello di saper scegliere quali alimenti comprare. Alle volte infatti, vengono spacciati per sani e salutari prodotti che in realtà subiscono diversi processi di trasformazioni e perdono quindi quelle proprietà organolettiche naturali che fanno bene al corpo. Ma come facciamo ad individuarli e, soprattutto, ad evitarli?
Recenti indagini, come riporta IlFattoAlimentare, hanno svelato che nel Regno Unito, ad esempio, gli alimenti ultra trasformati rappresentano il 57% della dieta. Arrivando anche all’80% per le persone economicamente meno abbienti. Il motivo è semplice: spesso questi prodotti costano meno rispetto a carne o verdura fresca e sono quindi più low budget.
Purtroppo però i danni che questa tipologia di prodotti crea, sono ormai evidenti. Si parla di un aumento del rischio di contrarre malattie cardiache, infarti, ictus. A spiegare bene cosa si intende con alimenti ultra trasformati e ad aiutarci a capire come riconoscerli, c’è un libro intitolato Ultra-Processed People di Chris van Tulleken.
La prima cosa da analizzare è la lista degli ingredienti: se ci sono tanti elementi poco conosciuti e non presenti nelle cucine domestiche allora ci si deve allarmare. Attenzione poi alla dicitura “fonte di proteine” perché spesso significa che sono stati aggiunti delle proteine idrolizzate.
Altro modo per capire se quell’alimento è ultra processato è sfruttare l’applicazione Open Food Facts. Quest’app si basa su una banca dati che classifica i prodotti in base a quanto sono stati lavorati.
Gli alimenti più gustosi sono spesso quelli che vengono considerati come Junk food o cibo spazzatura, quindi non salutari. A preoccupare è anche il fatto che nella categoria degli ultra lavorati ritroviamo, a volte, anche prodotti che vengono spacciati come salutari. Un esempio sono le barrette ai cereali, alcune bevande alla frutta, i prodotti dietetici.
Anche i prodotti vegani, per sostituire carne e formaggio, alle volte sono ultra trasformati e bisognerebbe starne alla larga. Il primo step per dire addio ai prodotti ultra trasformati è quello di eliminare le bibite gassate e di iniziare a leggere le etichette, cercando di capire da cosa è composto quello che mangiamo.
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