Il governo fa un passo indietro: la riforma sul reddito di cittadinanza deve essere corretta, lo riceveranno tutti?

Retromarcia improvvisa sul Reddito di cittadinanza: il Governo ci ripensa e presto tutti potrebbero ricevere il sussidio.

Giorgia Meloni e la sua squadra di Governo potrebbero fare un passo indietro sul Reddito di cittadinanza, nonostante le critiche mosse a questo sussidio, ed estendere a tutti una nuova forma di sostegno. Vediamo insieme cosa potrebbe cambiare.

Reddito di cittadinanza per tutti
Il Governo fa marcia indietro sul Reddito di cittadinanza/ Thewisemagazine.it

Le proteste del 20 settembre a Roma dove ex percettori del Reddito di cittadinanza e Polizia si sono scontrati, non hanno lasciato indifferente Palazzo Chigi. A luglio circa 169.000 nuclei familiari hanno perso il sussidio nato nel 2019. Ad agosto il numero delle persone a cui è stato tolto ha superato soglia 30.000 e, secondo le stime, tra settembre e dicembre altre 40.000 persone dovranno dire addio al sussidio.

Secondo quanto stabilito dalla legge di Bilancio 2023, il Reddito di cittadinanza può essere percepito solo per 7 mesi nell’anno in corso. Continueranno a riceverlo fino a dicembre solo quei nuclei familiari in cui sia presente almeno un soggetto non occupabile. Sono considerati non occupabili le persone disabili, i minorenni e i soggetti dai 60 anni in avanti. Per costoro poi, a partire da gennaio 2024, ci sarà l’Assegno di inclusione.

Reddito di cittadinanza: dietro front del Governo

Tanti nuclei familiari, a partire da luglio, stanno perdendo il Reddito di cittadinanza. Le Regioni più colpite sono Campania e Sicilia ma le proteste stanno prendendo piede lungo tutto lo stivale. L’esecutivo sta, dunque, valutando di fare un passo indietro.

Dietro Front sul Reddito di cittadinanza
Nuovo sussidio per tutti/ Thewisemagazine.it

Come già detto, solo i soggetti non occupabili riceveranno il Reddito di cittadinanza fino a dicembre 2023. Gli altri – i soggetti occupabili- a partire da settembre possono, tuttavia, fruire del Supporto formazione e lavoro. Questo aiuto si rivolge alle persone di età compresa tra 18 e 59 anni, senza disabilità e in grado di lavorare. Il Supporto formazione e lavoro consiste in un’indennità di 350 euro al mese per 12 mesi e non è prorogabile.

Per ricevere il sussidio è necessario sottoscrivere il patto per le politiche attive con le agenzie per il lavoro e, quindi, seguire corsi di formazione finalizzati al reinserimento nel mondo del lavoro. Oppure svolgere lavori socialmente utili presso il proprio Comune di residenza. All’interno della stessa famiglia possono beneficiarne anche tutti i componenti se tutti sono disoccupati e occupabili.

C’è però un requisito reddituale piuttosto stringente: per avere diritto al Supporto formazione e lavoro bisogna avere un Isee non superiore a 6.000 euro, contro i 9.300 del vecchio Reddito di cittadinanza. Di conseguenza, secondo i primi calcoli, dal Supporto formazione e lavoro resteranno esclusi almeno 15.000 persone che prima percepivano il Reddito.

Da qui le proteste dei cittadini che sono rimasti senza alcun aiuto. Il Governo di Giorgia Meloni negli ultimi giorni sta, dunque, valutando di allargare la platea dei beneficiari del Supporto formazione e lavoro e di dare l’aiuto statale anche a chi ha un Isee superiore a 6.000 euro.

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