In pensione nel 2024 solo se prendi 800 euro al mese: INPS fa infuriare tutti

Oltre all’età ed ai contributi versati, a determinare l’avvio del pensionamento è anche la quota pensionistica da percepire. E per il 2024 la sorpresa si annuncia amara.

Il dato dell’inflazione deve ancora essere certificato ufficialmente, per cui al momento si tratta ancora soltanto di previsioni. Tuttavia sono previsioni che “pesano”, perché lasciano intravvedere uno scenario non roseo per i contribuenti italiani in procinto di andare in pensione. Ed il motivo è per molti quasi un paradosso.

In pensione nel 2024:  solo se prendi 800 euro al mese
In pensione nel 2024: solo se prendi 800 euro al mese – thewisemagazine.it

Ovvero: pur soddisfacendo i requisiti del raggiungimento dell’età anagrafica e di tutti i contributi versati, la probabilità è che nel 2024 non tutti i lavoratori che si trovano in questa condizione potranno andare in pensione. Perché? Perché oltre all’età ed ai contributi ci si mette di mezzo la quota pensionistica da percepire: se l’assegno liquidato sarà di circa 800 Euro al mese, allora si potrà andare in pensione. Altrimenti bisognerà attendere.

E questo terzo requisito, ovvero l’importo della pensione percepita che deve rispettare una certa soglia, sembra destinato a condizionare tutti i lavoratori che hanno versato il loro primo contributo previdenziale a partire dal primo di Gennaio del 1996, ovvero all’interno del sistema contributivo. E la previsione lascia incredulo – ed infuriato – un numero considerevole di contribuenti.

Novità sull’assegno sociale e gli 800 Euro al mese per andare in pensione nel 2024

Il terzo requisito oltre all’età anagrafica ed almeno i vent’anni di contributi versati, e cioè l’importo della pensione, deve essere pari al valore di almeno 1,5 volte l’assegno sociale dell’anno di uscita dal mondo del lavoro e di ingresso nel pensionamento. Consideriamo ad esempio il 2023: l’assegno sociale è pari a 503,27 Euro mensili.

Pensioni 2024: scoppia la polemica
Pensioni 2024: scoppia la polemica – thewisemagazine.it

Dunque i lavoratori che hanno cominciato l’attività professionale a partire dal primo di Gennaio del 1996 possono accedere alla pensione di vecchiaia se hanno raggiunto i 67 anni di età, se hanno all’attivo venti o più anni di contributi versati, e se percepiscono almeno 754,90 Euro al mese di pensione, che corrisponde alla quota rapportata al valore superiore di almeno 1,5 volte l’assegno sociale.

E siccome i trattamenti erogati dall’INPS si adeguano al tasso di inflazione, ovvero all’aumento del costo della vita, ed essendo il tasso ad oggi prossimo al 6%, ecco che dunque anche l’assegno sociale aumenterà. Non sappiamo ancora esattamente di quanto, perché come dicevamo il tasso di inflazione deve ancora essere certificato, ma se poniamo che rimanga attorno al 6%, allora l’assegno sociale salirà da 503,27 Euro a circa 533,47 Euro. E con esso, anche la quota del trattamento necessario per andare in pensione: ovvero da 754,90 Euro a 800,20 Euro.

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