Allarme fallimento banche: cosa rischi e come difendere i tuoi soldi | Cosa sapere subito

La recente situazione economica ha fatto scattare l’allarme fallimento per le banche: ecco cosa c’è da sapere e come difendere i risparmi.

L’attuale momento storico dal punto di vista economico non fa star tranquilli. C’è tanta preoccupazione, sia tra gli economisti e sia tra i risparmiatori di tutto il mondo. Per questo motivo molti si chiedono cosa accadrebbe se assistessimo al fallimento delle banche.

Allarme fallimento banche: cosa sta accadendo
Allarme fallimento banche: cosa sta accadendo – TheWiseMagazine.it

Prima negli Stati Uniti e poi in Europa si sono verificate delle ondate che hanno portato gli investitori e i risparmiatori ad interessarsi alle misure di salvataggio degli istituti di credito. A tal proposito c’è da segnalare che nel 2016 nell’Unione Europea si è introdotta una direttiva sulla gestione delle crisi bancarie.

La misura prevede che gli enti siano ricostituiti o salvati con il capitale degli investitori stessi. Date le recenti difficoltà del sistema bancario è utile capire nel dettaglio cosa si rischia e come difendere i risparmi di una vita.

Fallimento banche, è allarme: cosa sapere per gestire uno scenario drammatico

L’Italia così come buona parte dell’Europa ha rischiato di vivere una situazione di questo tipo a seguito della vicenda Lehman Brothers del 2008. La quarta banca degli Usa è crollata sotto il peso dei mutui subprime segnando così il più grande fallimento bancario della storia.

Allarme fallimento banche: cosa sta accadendo
Allarme fallimento banche: cosa sta accadendo – TheWiseMagazine.it

Al momento non si ravvisano scenari di questo tipo ma il sistema economico è seriamente messo alle strette. Per capire cosa si rischia e come difendere i propri soldi bisogna conoscere tre figure che entrano in gioco in caso di fallimento: gli azionisti, gli obbligazionisti e i depositari.

Gli azionisti sono i primi a rimetterci il capitale. Questi sono i proprietari dell’ente di credito che nominano il management e approvano il bilancio. In genere sono sempre loro a erogare denaro come accaduto negli Stati Uniti o in Italia nel 2015 con Carichieti, Banca Marche, Banca Etruria e CariFerrara e nel 2017 con le banche Veneto Banca e Popolare di Vicenza.

Dopo gli azionisti troviamo gli obbligazionisti che prestano il denaro alla banca in cambio di un interesse annuo. La loro attività si esaurisce con il prestito dato che non entrano nel processo decisionale della società. Non tutte le obbligazioni sono uguali: ci sono quelle rischiose denominate Additional Tier 1 e 2.

Queste, se la banca è in difficoltà, sono trasformate in titoli azionari, rinforzando il capitale, oppure possono essere annullate trasferendo il capitale all’ente. Ci sono poi le obbligazioni subordinate che forniscono minori tutele rispetto a quelle ordinarie.

Infine arriviamo ai depositari che contribuiscono al salvataggio dell’istituto. Qui ci si riferisce a chi possiede un conto corrente o un deposito presso la banca. Per loro ci sono delle soglie in cui i depositi sono garantiti in ogni situazione. In Eurozona la quota è sotto i 100.000 euro mentre negli Stati Uniti è sotto i 250.000 dollari.

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