É stata il sogno di tutti i giovani negli anni novanta, ma presto la Dreamcast si è trasformata in un incubo: cosa è successo
Per tutti coloro che sono cresciuti negli anni novanta, la console del Dreamcast ha rappresentato un vero e proprio sogno senza precedenti. Eppure, ben presto, questo idillio si è rivelato essere un buco nell’acqua e soprattutto ha cominciato a diventare sempre di più un incubo per tantissimi ragazzi e non solo. Certo, ad oggi nessuno vi dirà mai di essersi pentito dell’acquisto, ma cosa è successo davvero?
Di origine statunitense, l’introduzione della console Dreamcast ha rappresentato per tantissimi giovani un vero e proprio periodo di gloria, che purtroppo si è concluso in maniera tutt’altro che positiva. D’altronde, proprio lei rappresenta in un certo senso il simbolo di un’intera generazione che si è avvicinata con diffidenza e speranza al mondo della tecnologia, dando inizio a una nuova era.
Ci sono dunque dei meriti da attribuire alla Dreamcast, perché ha comunque rappresentato un enorme passo in avanti per quel che riguarda il mondo delle console. Ma allora perché si parla di una fine nefasta e di un epilogo da incubo?
Dreamcast, da sogno a incubo: il vero motivo
Nel periodo d’oro di questa console, il mercato dei videogame era diviso in due: da una parte c’era la Sega e dall’altra la Nintendo. Due protagonisti indiscussi e soprattutto concorrenti nell’accaparrarsi l’attenzione di tantissimi giovani appassionati. In una guerra senza esclusioni di colpi, queste due realtà non accennavano minimamente a voler cedere, ingaggiando una lotta invisibile ma senz’altro molto sentita da entrambe le compagnie.
Eppure, inaspettatamente, il destino della Dreamcast era già segnata. Arrivata negli anni ’90 come una rivoluzione, pronta a raccogliere l’eredità del Saturn, in realtà questa console non disponeva di quelli che erano gli strumenti necessari per stare al passo con i tempi.
La sua risoluzione, la texture, i colori non erano sufficienti in un tempo in cui si celebrava la memory card con cristalli liquidi, il primo modem di serie e l’uscita dei primi giochi online. A dare il colpo di grazia a questa console, infine, ci pensa l’avvento della PlayStation 2, quella che per tutti noi sarebbe diventata la consola per eccellenza degli anni duemila.
Insomma, la domanda che tutti si ponevano era proprio se la Dreamcast avesse le carte in regola per reggere il confronto e in pochi si sentivano fiduciosi nel compiere questo acquisto. Così, il 31 gennaio del 2001, la Sega annunciò lo stop della sua produzione.