Spunta un nuovo possibile intervento del Governo sulle pensioni: che cos’è Quota 84 e come potrebbe essere strutturata
Che la riforma delle pensioni sia stata momentaneamente accantonata dal governo Meloni, per concentrarsi su altri interventi prioritari come la riforma del fisco, non è certo un segreto. Ciò non toglie che l’esecutivo, in attesa di poter mettere a punto un intervento atto a superare la legge Fornero, sia intenzionato a non mettere del tutto da parte il tema pensioni nel 2024.
Il Governo vuole prorogare alcune misure già in essere come Opzione Donna, l’Ape Sociale e Quota 103. Ma non solo: sul tavolo ci sono anche altre possibilità allo studio e che potrebbero consentire un’uscita anticipata dal mondo del lavoro.
Pensioni, spunta Quota 84: a chi è rivolta e quali sono i requisiti
Una di queste andrebbe ad affiancare Opzione Donna proprio perché sarebbe destinata al mondo femminile. E non si tratta della versione ‘rosa’ dell’Ape Social bensì di Quota 84, un altro sistema per andare in pensione ottenendo un assegno sulla base dei contributi versarti fino a quel momento.
Le regole non sono state ancora rese note e al momento ci troviamo nel campo delle ipotesi. Ma stando alle indiscrezioni trapelate, questa misura consentirebbe di smettere di lavorare a due condizioni: aver maturato almeno 20 anni di contributi e avere un’età non inferiore a 64 anni. La somma di questi numeri dà, per l’appunto, 84 come totale.
Per quanto riguarda il decurtamento mensile, questo sarebbe inferiore rispetto a quello previsto con Opzione Donna che consente di ottenere una pensione pari allo stipendio meno una percentuale compresa tra il 20 ed il 30%. Inoltre non occorrerebbe dover necessariamente raggiungere un valore della pensione pari ad almeno 2,8 volte la minima.
Quota 84 potrebbe prevedere due fasce: la prima entra in gioco quando si va ad interrompere il lavoro a 64 anni. In questo caso si riceverà per 12 mesi un assegno fisso con importo massimo di 1.500 euro e senza alcuna rivalutazione. La seconda fase è quella dell’intero assegno, che verrebbe corrisposto a partire dall’età nella quale si va in pensione con i normali requisiti.
Vi sono sul tavolo anche altre ipotesi legate alla pensione anticipata: come quella che prevede di andarci con 35 anni di contributi ed un’età compresa tra 60 e 63 anni. Oppure l’ipotesi con il requisito di 63 anni compiuti ed almeno 20 di contributi, con il ricalcolo contributivo del trattamento mensile.