I dati relativi alla tessera sanitaria inviati pochi giorni fa potrebbero essere errati. Se hanno questo codice bisogna correggere subito.
La tessera sanitaria, così come oggigiorno è strutturata, costituisce un indispensabile strumento di raccordo tra la Pubblica Amministrazione e il cittadino. La comunicazione realizzata fra le due componenti riguarda il rapporto che la prima instaura con la seconda nel contesto della erogazione dei diritti legati alla tutela della salute.
I soggetti coinvolti in qualità di contribuenti sanno che la tessera sanitaria non serve solo per il riconoscimento di un paziente in sede di un CUP, infatti è obbligatorio esibire tale documento altresì presso una farmacia, in modo da poter fruire della esenzione sull’acquisto dei farmaci (per le persone anziane) o per includere la spesa all’interno della rete di detrazioni.
Errore nelle tessere sanitarie, perché è stato attribuito il codice di trasmissione tardiva
Circa quest’ultima opzione, si fa riferimento alla possibilità di poter “scaricare” il costo di un farmaco in dichiarazione dei redditi. Come oramai è prassi da qualche anno, non si deve più allegare lo scontrino della spesa al modello 730 da presentare: non è più necessario.
Al suo posto, viene trasmesso lo “scontrino parlante“, termine con il quale si indica l’insieme di informazioni relative al richiedente, trasmesse al Fisco direttamente dalla farmacia. Invece di acquisire una copia dell’originale, l’Agenzia delle Entrate riceve i dati in un formato utile per poter formulare a stretto giro gli importi esatti da includere in un modello precompilato.
Pertanto, è compito della farmacia o di un qualsiasi altro rivenditore di prodotti o dispositivi medico-sanitari, trasmettere i dati agli uffici del Fisco. Ovviamente questi dati vengono letti ed estrapolati dal rivenditore direttamente dalla tessera sanitaria, tramite un lettore: l’invio al cosiddetto Sistema Tessera Sanitaria.
L’invio dei dati relativi al primo semestre 2023 è scaduto in data 2 ottobre. A quanto pare l’acquisizione non è avvenuta priva di errori. Il sistema ha attribuito erroneamente (appunto) il codice W008, usato per segnalare gli invii oltre il termine di presentazione. In un primo momento, l’erronea attribuzione è stata ritenuta credibile, dal momento che l’adempimento non è incluso nella proroga ufficiale per gli adempimenti che terminano di sabato (gli F24, ad esempio) e rinviati dunque al lunedì successivo,
Il sistema non è infatti gestito dall’Agenzia delle Entrate, ma da altro istituto governativo. In linea teorica, la proroga, rifacendosi comunque alla richiesta dell’AE, è valida: dunque, anche in presenza del codice W008, non sarà necessario adoperarsi per il ravvedimento operoso e non si rischierà la sanzione amministrativa di 100 euro per ogni invio omesso o tardivo (fino ad un massimo di 50mila euro).