Come ci si comporta, nel caso del pagamento dell’Imu, qualora i coniugi abbiano residenze differenti anche se non separati?
La data per il pagamento dell’Imu è il 16 giugno ed è una giornata che molti italiani non amano molto trattandosi del momento riservato al versamento di una delle più importanti imposte che, esclusa la prima casa, riguardano tutti (o quasi) gli altri immobili ad uso abitativo.
Sono infatti inclusi anche gli immobili di lusso censiti con le categorie A/1, A/8 e A/9 in catasto ovvero le abitazioni di tipo signorile, le ville di pregio e i castelli e palazzi storici anche se utilizzati come prima casa.
Imu, cosa succede se due coniugi hanno residenza in due diversi immobili
Ma cosa si intende per ‘dimora abituale’? Lo ha esplicitato una recente sentenza della Corte Costituzionale che va a ridefinire alcune regole legate al pagamento dell’Imu e riguardanti, nel caso in oggetto, coniugi (quindi non separati) che hanno differenti residenze sia nel medesimo comune che in paesi differenti. Si tratta di una decisione migliorativa dal punto di vista dei pagamento dell’imposta municipale unica, dal momento che permette di ottenere una doppia esenzione. Infatti qualora la residenza dei due coniugi sia in due abitazioni diverse sarà possibile evitare di pagare l’Imu e qualora il versamento sia stato fatto se ne potrà chiedere il rimborso.
Fino al 2022 le cose erano differenti perché come previsto dalla Suprema Corte, l’agevolazione Imu prima casa veniva meno qualora due coniugi non separati avessero residenza in altrettanti immobili di proprietà. Il motivo era da ricercare nel fatto che il nucleo familiare, per poter essere esentati dal pagamento, doveva avere dimora abituale nonché anagrafica nel medesimo immobile. La variazione è stata effettuata successivamente, andando a modificare la definizione di abitazione principale: ed in tal modo i componenti del nucleo familiare potevano, in caso di residenza in due diverse abitazioni, scegliere per quale ottenere l’esenzione. Semplicemente specificando quale fosse l’immobile scelto come prima casa.
Con una successiva sentenza, la 209/2022, la Corte Costituzionale ha però stabilito che qualora due coniugi abbiano residenze diverse, sia nello stesso comune che in due comuni diversi possano, anche se non separati legalmente, fruire dell’agevolazione. Dovranno però dimostrare che la residenza sia reale. Il motivo è legato ad un trattamento diverso tra il singolo e i coniugi che, in prima della sentenza, andavano a perdere il diritto all’agevolazione. I requisiti per poter ottenere la doppia esenzione pur con diverse residenze prevedono di presentare documenti attestanti il reale stato di residenza. A seguito delle verifiche comunali si attesterà che sia effettivamente così.