Diletta Leotta, critiche e polemiche sulla popolare conduttrice tv di DAZN: il pubblico non la perdona, che cosa è successo.
Già da un po’, Diletta Leotta è diventata uno dei personaggi pubblici più iconici. A dirla tutta, probabilmente, in questi anni la più amata dagli italiani e non solamente da parte degli appassionati di calcio, per bellezza e fascino che non passano proprio mai inosservati.
La 32enne catanese, dopo la nascita della figlia Aria, due mesi fa, è tornata alla grande su DAZN per accompagnarci nei big match di campionato. La sua presenza mancava a tutti, nei weekend della Serie A, l’attesa era considerevole e il suo ritorno è stato ovviamente salutato da applausi a scena aperta.
Come sempre, Diletta, a bordo campo, ha riproposto la sua presenza scenica di tutto rispetto, fatta di classe, eleganza e sensualità da vendere. Il tutto, per la gioia dei suoi ammiratori, ormai quasi nove milioni di followers su Instagram a sancire il suo status di diva a tutto tondo non solo sui social. Ma la Leotta non raccoglie soltanto incoraggiamenti e consensi. C’è anche chi la critica per il suo modo di essere decisamente troppo appariscente, da tanti punti di vista.
Diletta Leotta, al pubblico questa cosa non va proprio giù: “Ce la deve proprio sbattere in faccia?”
A finire al centro della polemica è l’ostentazione non tanto della sua avvenenza, quanto del suo stile di vita. Per alcuni, eccessivo. Come testimoniato da un messaggio inviato da una lettrice al magazine ‘Nuovo TV’.
Nella sua missiva, la lettrice in questione non le manda a dire: “Vorrei capire perché certi personaggi famosi debbano sbatterci in faccia il loro stile di vita. La Leotta commenta le partite in streaming e fa la speaker in radio e vola a bordo di un jet privato, o guadagna come uno sceicco o ormai gli aerei costano come le auto a noleggio”.
Al messaggio, risponde come sempre, nella sua rubrica, Alessandro Cecchi Paone, che spiega: “Penso che non ci si debba vergognare del proprio tenore di vita. Se ottenuto onestamente, il benessere non è una colpa. Certo, la buona educazione di una volta insegnava a non ostentare, per rispetto di chi vive con stipendi e pensioni insufficienti”.