Per Elisa – Il caso Claps racconta la storia della scomparsa di Elisa Claps. Una miniserie avvincente, ma soprattutto molto emozionante.
Un caso di cronaca nera, uno dei più tristi della storia del nostro Paese, diventa una serie televisiva. Per Elisa è un progetto per far conoscere una vicenda dai tratti macabri, per ricordare una storia che può capitare a chiunque. In un Paese che troppo spesso dimentica in fretta, questa miniserie ricorda l’esistenza del male, dell’omertà, delle indagini insabbiate in nome di chi sa cosa, ma non di certo della giustizia.
Il caso Claps ha inizio il 12 settembre 1993, in una cittadina tranquilla dell’Italia meridionale. Potenza, capoluogo lucano, apparirebbe un luogo sicuro, eppure è diventata teatro di un brutale omicidio. Elisa ha sedici anni, studia al liceo classico e sogna di fare il medico. Nasce e cresce in una famiglia perbene e di sani principi morali. Amici, famiglia ed un futuro brillante davanti a sé: Elisa ha tutto, tutto fatto di cose semplici e ferocemente spezzato dalla mente di Danilo Restivo, un giovane studente, con una psiche altamente instabile.
Danilo è figlio del direttore della Biblioteca Nazionale di Potenza. I suoi modi incutono timore nelle ragazzine, il suo aspetto è inquietante e per questo viene allontanato da tutti. Emarginato e solo finisce per sviluppare un ulteriore attaccamento patologico nei confronti delle donne che sfocerà nel momento in cui assassinerà Elisa. Quest’ultima, da ragazza tenera e ben disposta, commette l’errore di accettare un appuntamento da lui, poiché non vuole emarginarlo come fanno tutti.
La mattina del 12 settembre 1993 Elisa entra nella Chiesa della Santissima Trinità di Potenza, dove ha appuntamento con Restivo. La ragazza, però, non ne uscirà più. I familiari la cercheranno ovunque per ben diciassette anni, e solo dopo quasi un ventennio verrà rinvenuto il corpo proprio in quella chiesa. La miniserie, con la regia di Marco Pontecorvo, porta in scena il dolore assordante ma dignitoso della famiglia Claps.
Nel caso Claps si intersecano il male assoluto, rappresentato da Danilo Restivo, e tante altre immagini del male, messe in atto dall’omertà di alcuni inquirenti. Per giungere ad una condanna definitiva, ci sono voluti ben vent’anni, anni in cui la famiglia Claps ha cercato in tutti i modi non solo il corpo della figlia, ma anche di avere giustizia. Un dolore dignitoso, trasformatosi in bene, dalle iniziative di Gildo Claps. Un dolore messo in scena da un cast d’eccezione, e che quasi sembra uscire fuori dal piccolo schermo, permeando l’animo dello spettatore.
Anna Ferruzzo veste i panni di Filomena, la madre di Elisa, una donna forte, che ha dovuto combattere a lungo per far si che sua figlia avesse giustizia. L’attrice ha parlato delle emozioni vissute nel dare corpo e voce ad un personaggio realmente esistito. ” Metteteci il cuore in questa storia, perché noi il cuore lo abbiamo perso” sono le parole che Filomena ha detto ad Anna Ferruzzo e all’intero cast.
La donna, infatti, si è recata sul set della serie di Marco Pontecorvo che racconta le vicende legate alla sparizione di sua figlia, sino all’arresto e al ritrovamento del corpo di Elisa. Un dolore realmente provato da Filomena e magistralmente portato in scena da un’attrice talentuosa quale Anna Ferruzzo.
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