Gigi D’Alessio, l’amaro retroscena sul suo ruolo di coach a The Voice Kids: tristezza per il famoso cantante napoletano.
Gigi D’Alessio sta vivendo esperienza come coach a The Voice Kids. Oramai sono anni che lo vediamo occupare quella poltrona rossa, e più passa il tempo più riesce a conquistare tutti con i suoi modi di fare e con la sua simpatia. Ad oggi è diventato un vero e proprio pilastro di questa trasmissione, e sarebbe impossibile immaginare The Voice senza di lui.
Gigi è stato coach di The Voice in più versioni del programma, e ad oggi lo stiamo vedendo anche in questa versione dedicata ai bambini. Sicuramente stiamo assistendo ad una parte molto tenera del famoso talent, dal momento in cui abbiamo modo di vedere degli scriccioli piccoli che si esibiscono e che danno voce al loro talento che si sta già formando. Sicuramente è tutto molto dolce, ma allo stesso tempo è anche molto triste assistere ai momenti in cui i coach non si girano e dunque i bambini sono costretti a ritornare a casa.
Gigi D’Alessio, il retroscena su The Voice Kids: le parole del cantante a Sorrisi
C’è una cosa però che Gigi ha fatto notare durante una puntata della trasmissione, in seguito ad una eliminazione: certo, i bambini ci rimangono male e ci sta, ma bisognerebbe tenere conto che sono davvero molto piccoli e che questo è soltanto l’inizio di un percorso che sarà costellato sicuramente da tanti no, ma anche da tanti altri sì. Ed è proprio questo concetto che Gigi ha voluto esprimere durante una intervista che ha rilasciato a Sorrisi Tv Canzoni.
“Bisogna essere più delicati, sono più fragili. Con loro è più difficile quando devi dire di no. Sono papà di cinque figli, so bene come si parla ai bambini. Si sono presentati in 3.000 e ne ascolteremo un centinaio: significa che hanno già superato diverse selezioni” sono state queste le parole del cantante napoletano ai microfoni di Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha voluto esprimere tutto il suo incoraggiamento nei confronti di questi piccoli che si stanno aprendo adesso al mondo. “Poi c’è chi è più o meno pronto, anche psicologicamente. Diciamo che il “no” deve essere un incentivo, più che una bocciatura. Un bambino lo devi motivare, non demoralizzare“.