Karina Cascella ha avuto la forza di parlare della violenza che ha subito solo a distanza di anni, non può che avere il rimpianto per non essere riuscita a denunciare quando avrebbe dovuto.
I femminicidi non sembrano fermarsi, questo ha riportato così in prima pagina un tema di cui non può che essere importante parlare: la violenza sulle donne. Le campagne di sensibilizzazione non sembrano avere finora sortito alcun effetto, le vittime continuano a esserci, ma anche i casi di persone che si ritrovano a dover subire soprusi quasi quotidianamente tra le mura di casa, ma che non hanno il coraggio di parlarne.
I motivi per cui si decide di stare in silenzio possono essere diversi, dalla volontà di tutelare i figli (in questo caso però non si fa certamente il loro bene) alla mancanza di indipendenza sul piano economico. I casi simili non mancano nemmeno tra i personaggi famosi, alcuni di loro decidono di parlarne a distanza di tempo sperando di aiutare chi si trova nella stessa situazione, come ha fatto Karina Cascella.
Il racconto di Karina Cascella sul suo passato difficile
Ammettere chiaramente di avere subito violenza non è mai semplice, spesso chi è vittima di queste situazioni arriva quasi a colpevolizzarsi e prova a vergogna nel dirlo a qualcuno di molto vicino. Questo può valere soprattutto se la persona che esercita abusi è un familiare, in alcuni casi si teme addirittura di non essere creduti e si preferisce stare in silenzio.
Una situazione simile è quella che ha vissuto anche Karina Cascella, che si è fatta conoscere dal pubblico di “Uomini e donne” per la sua capacità di dire apertamente quello che pensa.
È stata lei stessa a uscire allo scoperto e a rivelare il dramma che ha vissuto in famiglia, anche se lo ha fatto solo a distanza di tempo: “Mio padre ci ha picchiato per diverso tempo – aveva detto a Barbara D’Urso qualche anno fa, ospite di ‘Pomeriggio 5’ -, Lui aveva grossi problemi con l’alcol. È sempre andata così, ha picchiato mia mamma anche quando era incinta, poi a 18 anni io ho deciso di andarmene”.
Tenersi tutto dentro non è stato semplice, quello che loro vivevano era impercettibile per chiunque: “Io non riuscivo a dormire la notte – ha detto ancora -. Alzarmi e andare a scuola il giorno dopo era però fondamentale perché volevo mettermi alle spalle questa situazione. Non ne potevo più, per questo sono andata via di casa”.
Denunciare è importante
A distanza di tempo, Karina Cascella vede quella situazione con occhi totalmente diversi, anzi tornasse indietro si comporterebbe in un altro modo. A suo dire, infatti, sua mamma avrebbe dovuto denunciare, anche se a quei tempi la violenza domestica era quasi un tabù.
“Mia mamma è stata una grande donna, ha amato tantissimo suo marito – ha sottolineato -. Quelli erano però altri tempi, in cui bisognava avere grande coraggio e decidere di lasciare tutto. Oggi provo tristezza all’idea che mia madre non abbia mai denunciato mio padre”.
Fortunatamente oggi sono tante le donne che trovano il coraggio di uscire allo scoperto e che non si sentono sole se decidono di rivelare apertamente quello che stanno affrontando: “Le donne oggi devono trovare il coraggio, possono trovare sostegno in tante strutture. Le conseguenze poi le paghiamo noi figli, per questo non può che essere importante denunciare. Io ancora oggi ho attacchi di ansia per quello che ho vissuto” – ha concluso.