L’assegno Unico è una misura che è volta a sostenere economicamente le famiglie con figli minori, e maggiorenni con eccezioni.
Da quando è stato introdotto, nel 2022, l’Assegno Unico ha subito diversi aggiornamenti, questo perché si tratta di una misura completamente nuova che non ha precedenti. La volontà del Governo è stata quella di semplificare gli aiuti alle famiglie utilizzando un solo canale, ma non solo.
Infatti l’Assegno Unico è erogato in diverse maniere perché tiene conto della singola situazione familiare, compreso ad esempio il divorzio o la presenza di un figlio disabile a carico. La particolarità della misura risiede nel fatto che nasce non per aiutare le famiglie con disagio economico, ma tutte quelle che hanno dei figli, indipendentemente dal reddito. Questo cambiamento epocale nella concezione di “aiuto”, però, non manca di alcune criticità.
Perché i lavoratori dipendenti troveranno “amare sorprese” in busta paga
L’Assegno Unico, come accennato poco sopra, spetta a tutti i nuclei familiari con figli minori, ma sono previste alcune eccezioni.
Infatti l’assegno sarà erogato anche fino al compimento del ventunesimo anno di età, solamente se il soggetto frequenta una scuola o un corso di laurea/formazione, oppure se ha un impiego (contratto di lavoro o tirocinio) e non guadagna più di 8 mila euro all’anno, e infine anche ai soggetti che sono impegnati nello svolgimento del servizio civile universale.
Se il figlio è disabile, l’Assegno Unico viene erogato, nella misura stabilita dal reddito familiare, per sempre anche in presenza di un’attività lavorativa del soggetto invalido, e senza limiti di redditi. Gli importi dell’assegno Unico possono variare da un minimo di 25 euro fino a un massimo di 175, ma con alcune maggiorazioni concesse in base alla singola situazione familiare.
Non dimentichiamoci che la misura viene erogata al 50% ad ogni genitore, anche in caso di divorzio. In alcune situazioni il figlio maggiorenne – se rientra nelle casistiche sopra citate – può fare richiesta di ricevere l’assegno sul suo conto. Inoltre se due genitori si separano, la cifra mensile può essere riscossa anche da un solo genitore, quindi al 100%, ma solo in alcune circostanze: ad esempio se ad uno dei genitori è stata tolta dal Giudice la responsabilità genitoriale, o se i genitori si trovano d’accordo su questa modalità.
Per quanto riguarda invece la donna in gravidanza, ricordiamo che l’assegno Unico spetta dal settimo mese, ma la domanda può essere presentata solo dopo la nascita del figlio, e dopo che gli è stato attribuito il codice fiscale. L’INPS provvede poi a erogare gli arretrati.
Ma la novità in busta paga per i dipendenti è che, dal momento in cui hanno accesso all’Assegno Unico, vedranno ridursi la paga mensile. Perché l’importo erogato spettante va nel conto corrente, mentre dalla busta paga verranno tolti quegli emolumenti che lo precedevano, come ad esempio gli ANF e le detrazioni IRPEF per i figli a carico.