Inflazione e aumento dei costi energetici, ecco perché gli aumenti dell’assegno pensione INPS sono stati rinviati.
L’INPS ha comunicato che gli aumenti dell’assegno pensione, previsti per il 1° gennaio 2023, sono stati rinviati al 1° luglio 2023. La decisione è stata presa a causa dell’inflazione, che ha superato il 7%, e dell’aumento dei costi energetici.
I pensionati interessati dal rinvio sono quelli che hanno un reddito annuo lordo superiore a 35.000 euro. Ma cerchiamo di comprendere più a fondo quali sono le categorie colpite ed i motivi alla base del rinvio.
Pensioni: aumenti rinviati per i lavoratori con reddito alto
L’inflazione e l’aumento dei costi energetici stanno mettendo a rischio il futuro delle pensioni italiane. L’INPS ha già annunciato che gli aumenti delle pensioni per i lavoratori con un reddito annuo lordo superiore a 35.000 euro saranno rinviati al 1° luglio 2023. La decisione è stata presa per due motivi principali:
- L’inflazione. L’inflazione ha raggiunto livelli record negli ultimi mesi, superando il 7%. Questo ha comportato un aumento dei costi per le famiglie e per le imprese, che ha fatto aumentare il deficit pubblico.
- L’aumento dei costi energetici. L’aumento dei costi energetici ha avuto un impatto significativo sui bilanci delle famiglie e delle imprese. L’INPS ha stimato che il costo dell’energia per le pensioni aumenterà di circa 1,5 miliardi di euro nel 2023.
Il governo ha dichiarato che sta valutando la possibilità di intervenire per garantire gli aumenti delle pensioni per tutti i pensionati, ma non ha ancora preso una decisione definitiva. Nel caso in cui il governo non dovesse intervenire, gli aumenti delle pensioni potrebbero essere ridotti o addirittura cancellati. Le conseguenze di una decisione del genere sarebbero gravi per milioni di pensionati italiani. L’inflazione sta erodendo il potere d’acquisto delle pensioni, e un ulteriore taglio degli aumenti ne peggiorerebbe ulteriormente la situazione. Le associazioni dei pensionati hanno chiesto al governo di intervenire per garantire gli aumenti delle pensioni, sottolineando che si tratta di un diritto d’acquisito dei lavoratori.
Inoltre, l’inflazione e l’aumento dei costi energetici stanno rendendo più difficile per i pensionati far fronte alle spese quotidiane. I prezzi dei beni di prima necessità, come i generi alimentari e l’energia, stanno aumentando rapidamente, e questo sta mettendo a dura prova i bilanci dei pensionati. Senza contare il fatto che la stessa sta erodendo il valore dei risparmi dei pensionati. I risparmi investiti in strumenti finanziari tradizionali, come i titoli di Stato, stanno perdendo valore a causa dell’inflazione. In conclusione, l’inflazione e l’aumento dei costi energetici stanno mettendo a rischio il futuro delle pensioni italiane. Il governo ha il dovere di intervenire per garantire agli anziani un reddito adeguato a soddisfare le loro esigenze.