Soldi in più in busta paga grazie ai fringe benefit: dal Governo arrivano aumenti fino a sotto forma di esenzioni fino a 2.000 euro.
Per fringe benefit si intendono tutte quelle agevolazioni a sostegno del lavoratore messe in campo, direttamente o indirettamente, dal welfare aziendale. Di solito non si tratta di benefici sotto forma di denaro, ma di beni, servizi o buoni. Lo Stato interviene per favorire questi benefit con esenzioni fiscali. Ciò significa che i vari aiuti concessi dal datore di lavoro non sono tassati entro una certa soglia.
La novità degli ultimi giorni dipende dal DDL di bilancio approvato dal Senato, che ha deciso di modificare la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit. E non è tutto: il Governo ha voluto anche ampliare la lista stessa dei benefit. Dunque la Legge di Bilancio è tornata sul tema dei fringe benefit. Nella fattispecie, con l’art, 1, comma 16, che prevede l’introduzione di un nuovo limite, valido solo per l’anno 2024, di temporanea non imponibilità dei fringe benefit.
Inoltre, per la prima volta, con il comma 17 della stessa norma, si mette in atto l’applicabilità di tale soglia alle spese per gli affitti e gli interessi passivi sui mutui contratti per l’acquisto della prima casa. Questo ampliamento riguarda indifferentemente tutti i dipendenti.
Suddetto limite è stato incrementato: ecco dunque come i fring benefit riescono a favorire una busta paga più pesante. Sostanzialmente, il limite è stato innalzato fino a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico. Si passa così da 258,23 euro a 1.000 euro per i lavoratori dipendenti senza figli a carico. E poi a 2.000 euro per quelli con figli a carico.
La norma rivela che sono considerati a carico i membri della famiglia compresi i figli con un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro (al lordo degli oneri deducibili). Sono considerati a carico anche i figli di età non superiore a ventiquattro anni con un reddito complessivo uguale o inferiore a 4.000 euro.
L’innalzamento della soglia di esenzione fiscale e contributiva dei fringe benefit non è l’unica novità che i lavoratori potranno sfruttare in busta paga. C’è infatti anche un’esenzione alle somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento di utenze domestiche (acqua, luce e gas). Oppure ai contributi per il contratto di locazione della prima casa. E poi agli interessi sul mutuo relativo alla prima casa.
Molto importante è appunto il riferimento alla prima casa. In pratica rientrano nell’esenzione le somme riconosciute al lavoratore per il contratto di locazione della prima casa o per gli interessi sul mutuo.
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