Il sistema previdenziale italiano permette ai lavoratori di andare in pensione con venti anni di contributi. A quanto ammonterà l’assegno mensile?
Venti anni di contributi sono sufficienti per il pensionamento ma permetteranno di vivere una vita dignitosa? Vediamo come calcolare l’importo dell’assegno pensionistico per capire lo stile di vita a cui si potrà ambire.
La pensione di vecchiaia permette di andare in pensione al compimento dei 67 anni di età e avendo maturato 20 anni di contributi. Lo stesso requisito contributivo è richiesto in caso di pensionamento dei contributivi puri ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996 in poi. La pensione contributiva si raggiunge a 64 anni ma solo se l’assegno maturato risulterà pari a 3 volte l’assegno sociale. Parliamo di circa 1.600 euro di pensione, una somma che tanti lavoratori difficilmente raggiungeranno.
Solo le donne con un figlio potranno lasciare il lavoro con una pensione superiore a 2,8 volte l’assegno sociale mentre alle lavoratrici con due o più figli basterà raggiungere un trattamento di 2,6 volte l’assegno sociale. Diventa necessario, dunque, capire quanto si percepirà con venti anni di contributi. Naturalmente stabilire una cifra univoca è impossibile. Ci sono numerosi fattori da considerare per il calcolo della pensione.
Venti anni di contributi non permetteranno di avere un assegno pensionistico elevato soprattutto se si rientra nel sistema di calcolo contributivo. Può andare meglio a chi ha maturato tutti i contributi entro il 31 dicembre 1995, situazione che andrà a sparire man mano che gli anni passano.
Il metodo retributivo è più conveniente. Tiene conto degli stipendi percepiti prima dell’accesso alla pensione e di un’aliquota di rendimento per ogni anno di anzianità contributiva pari solitamente al 2%. Significa che con 20 anni di contributi viene riconosciuto il 40% della retribuzione pensionabile. Ipotizzando una retribuzione pensionabile di 20 mila euro si otterranno 8 mila euro lordi all’anno di pensione, con 40 mila euro si arriverà a 16 mila euro all’anno e così via.
Il sistema contributivo, invece, tiene conto dei contributi maturati, del montante contributivo e del coefficiente di trasformazione legato all’età di pensionamento (5,723% andando in pensione a 67 anni). Una retribuzione media annua di 40 mila euro comporta un montante di 264 mila euro, ad esempio, e una pensione di 15.108 euro all’anno lorda. Con una retribuzione di 25 mila euro e un montante di 165 mila euro la pensione sarebbe di 9.442 euro all’anno. Somme molto basse per una qualità della vita soddisfacente che fanno comprende come venti anni di contributi forse siano un po’ pochi per pensare di lasciare il mondo del lavoro.
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