Cosa bisogna sapere su Assegno Unico maggiorato e assegno aggiuntivo INPS, ecco chi può chiederli. Tutte le informazioni utili.
Le famiglie possono contare su varie forme di contributi economici, dall’Assegno Unico per i figli al Bonus asilo nido, inclusi gli sgravi fiscali e altre forme di sostegno riconosciute in diversi casi, a seconda delle condizioni dei membri del nucleo familiare e della situazione economica complessiva della famiglia. Si tratta di misure che possono fare la differenza, in particolare in un periodo di caro vita come questo.
I contributi economici diretti alle famiglie, nei casi in cui sono riconosciuti, solitamente vengono erogati direttamente dall’Inps, dopo aver presentato regolare domanda e purché sussistano i requisiti richiesti.
Di seguito analizziamo due forme di sostegno economico molto importanti: l’Assegno Unico maggiorato e un assegno aggiuntivo corrisposto dall’Inps. Scopriamo in cosa consistono, quando e a quali condizioni spettano. Ecco tutto quello che bisogna sapere.
Assegno Unico maggiorato e assegno aggiuntivo INPS
Come la maggior parte delle famiglie sa, l’Assegno Unico è il contributo universale, riconosciuto a tutte le famiglie, per ciascun figlio a carico, dal 7° mese di gravidanza ai 21 anni di età. Questo contributo viene corrisposto mensilmente con un importo diverso a seconda della situazione economica della famiglia misurata con il modello Isee. Quest’anno, per effetto della rivalutazione dovuta all’inflazione, l’importo dell’assegno è di circa 200 euro al mese a figlio per le famiglie nella fascia Isee più bassa e di circa 57 euro per quella più alta.
Inoltre, come previsto fin dalla sua istituzione, l’Assegno Unico prevede una maggiorazione per i figli con disabilità fino al 21° anno di età. Dunque, in caso di figli a carico con invalidità civile riconosciuta, l’Assegno Unico vien maggiorato di 113,50 euro per non autosufficienza, 102,70 euro per grave disabilità, 91,90 euro per media disabilità. Per ottenere la maggiorazione, al momento di fare domanda all’Inps va indicata nel modulo la presenza di un figlio a carico con disabilità.
Al compimento del 21° anno, non spetta più la maggiorazione dell’Assegno Unico per il figlio disabile, ma il genitore o i genitori continuano a ricevere l’Assegno Unico nell’importo ordinario (dai 57 ai 200 euro) finché il figlio con disabilità è a loro carico, senza limiti di età.
In ogni caso, per le persone disabili maggiorenni l’Inps corrisponde la pensione di inabilità agli invalidi civili con una inabilità lavorativa totale (100%) e permanente (invalidi totali), che si trovino in una situazione di bisogno economico.
Inoltre, esiste anche l’Assegno ordinario di invalidità civile, riconosciuto a soggetti con una invalidità al 75%, dunque a persone con capacità lavorativa ridotta. Questa misura di sostegno economico è riconosciuta ai lavoratori dipendenti, ai lavoratori autonomi e agli iscritti alla Gestione Separata Inps. Per ottenere l’assegno è necessario aver lavorato in passato e aver versato almeno 5 anni di contributi, di cui 3 versati nell’ultimo quinquennio. Una volta riconosciuto, l’assegno di invalidità civile ha una durata di 3 anni, che sono rinnovabili per tre volte. Dopo il terzo rinnovo il contributo diventa definitivo.
L’Assegno ordinario di invalidità civile può essere definito “aggiuntivo” perché è cumulabile con altri redditi, anche da lavoro, percepiti dalla persona con disabilità. In questi casi, l’importo dell’assegno di invalidità sarà ridotto: del 25% se il reddito lordo supera quattro volte il trattamento minimo annuo, del 50% se il reddito lordo supera cinque volte il trattamento minimo annuo.