Non sono infrequenti gli errori nelle bollette e chi ha l’addebito diretto subisce di fatto un danno materiale oltre al disagio.
Le compagnie che forniscono luce e gas non sempre si comportano in modo trasparente; i cittadini spesso hanno difficoltà persino a comprendere le diciture in bolletta e soprattutto i propri consumi. Se però l’importo fatturato è eccessivo, esistono tanti modi per difendersi e ottenere i rimborsi.
Ci sono molte norme che tutelano i consumatori, anche se non tutti le conoscono, ma per ottenere giustizia in fonda basta solamente essere un po’ accorti. Infatti per evitare di pagare oltre il dovuto possiamo innanzitutto prevenire e poi agire se il danno è stato fatto.
Sicuramente l’addebito diretto sul conto corrente è molto comodo, perché permette di non scordare di pagare i bollettini di luce e gas. Se però il nostro fornitore “si approfitta” di questa modalità e ci fa pagare troppo bisogna agire subito.
Per prima cosa è sempre bene controllare periodicamente i contatori, sia della Luce che del Gas, e confrontare i consumi con quelli riportati in bolletta.
Purtroppo vige ancora l’abitudine di fatturare i consumi “presunti” invece di quelli effettivi, che tra l’atro casualmente sono sempre più alti e mai più bassi. Ad ogni modo è opportuno capire che bisogna inviare l’autolettura nelle date proposte dal fornitore, in modo da evitare a monte qualsivoglia problema.
Se ciò non è stato fatto e ci si accorge di un addebito troppo alto, abbiamo diverse azioni da intraprendere. La prima è sicuramente quella di revocare il mandato alla banca. Con le app si può fare in pochi secondi e lo stesso vale per ripristinare l’addebito diretto se lo si desidera.
Poi bisogna inviare una contestazione formale della bolletta al fornitore, con tutti i dati: numero cliente, fornitura, indirizzo, estremi del pagamento effettuato e tutto ciò che può essere utile. La comunicazione deve essere inviata tramite raccomandata A/R, meglio ancora con la PEC.
Per Legge, il fornitore ha l’obbligo di rispondere al cliente entro 40 giorni e se in seguito agli accertamenti risulta che il consumatore ha pagato in eccesso, il fornitore deve accreditare sul conto del cliente l’importo dovuto, entro 90 giorni.
Superati i 90 giorni, il cliente ha diritto anche a indennizzi, che variano dai 20 ai 60 euro, se i pagamenti sono avvenuti tra il 180esimo e il 270esimo giorno.
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