Brutte notizie per i lavoratori dipendenti di alcune regioni d’Italia: gli aumenti previsti in busta paga sono stati annullati.
Al termine di dicembre 2023 la Camera ed il Senato hanno approvato la nuova Legge di Bilancio 2024 che è entrata in vigore già dal primo giorno del nuovo anno. La nuova manovra, messa a punto dal governo Meloni, porta con sé alcune importantissime modifiche in tema fiscale.
I due emendamenti più importanti hanno riguardato il taglio del cuneo fiscale e la riforma Irpef, con l’accorpamento del primo e del secondo scaglione di reddito. Tale accorpamento in alcuni casi prevede un guadagno fino a 260 euro, guadagno però azzerato a causa dell’aumento delle addizionali regionali. A essere colpite dalla crescita delle addizionali sono solo le Regioni del Centro Italia.
L’aumento delle addizionali regionali era prevedibile poiché i bilanci comunali sono sempre in rosso. L’impennata dell’Irpef locale ha come effetto quello di portare a una diminuzione della busta paga dei lavoratori al posto dello sperato aumento annunciato con l’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef.
Fortunatamente, però, le addizionali regionali non aumenteranno né al Nord e né al Sud Italia ma solo al Centro e, in particolare, gli aumenti interesseranno delle fasce di reddito prestabilite. Sono infatti interessati dall’aumento le fasce di reddito comprese tra 15.0000 e 50.0000 euro, in alcuni casi anche i redditi che eccedono i 50mila euro.
L’aumento maggiore si registra in Toscana dove ci sarà un aumento della tassazione pari a 752 euro ma solo per i redditi superiori a 50.000 euro. Inoltre, la giunta regionale, per risanare i conti della sanità ha previsto un aumento dell’addizionale regionale dall’1,68% al 3,32% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro l’anno e dal 1,73% al 3,33% per redditi oltre i 50.000 euro l’anno.
Aumenti anche in Molise: anche in questo caso gli incrementi riguardano i redditi medio alti, ed è pari al massimo a 182 euro annui. Gli aumenti sono previsti per redditi tra 28.000 e 50.000 euro dall’attuale 2,43%al 3,33% e per redditi oltre i 50.000 euro dall’attuale 2,63% a 3,33%.
Nella regione Lazio la stangata riguarda chi guadagna più di 30mila euro l’anno: qui l’addizionale regionale comporta un aggravio maggiore di 140 euro l’anno. Anche se gli aumenti riguardano principalmente queste regioni, in alcuni casi, soprattutto nel Sud Italia ci saranno degli aumenti delle imposte comunali. Questo è il caso dei grandi centri come Napoli e Palermo dove sarà l’aumento dell’addizionale comunale ad abbassare gli stipendi e a nullificare gli aumenti previsti dalla riforma dell’Irpef.
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