Tre categorie di lavoratori possono andare in pensione a 57 anni, dieci anni prima rispetto alla pensione di vecchiaia. Di chi parliamo?
Una flessibilità che presto potrebbe sparire ma che, al momento, permette il pensionamento a 57 anni per alcuni lavoratori. Ci sono tre forme di pensionamento anticipato ma i requisiti di accesso sono stringenti.
La Legge di Bilancio 2024 ha confermato i “vecchi” scivoli di pensionamento anticipato senza introdurne di nuovi. Alcune possibilità sono state modificate come Quota 103, la pensione contributiva a 64 anni, Opzione Donna e l’APE Sociale. Ognuna di queste misure ha subito cambiamenti volti a limitare il numero dei pensionamenti. Sono stati alzati i requisiti anagrafici per le lavoratrici, i disoccupati, gli invalidi, gli addetti alle mansioni gravose e i caregiver.
Quota 103, invece, ha subito l’allungamento delle finestre di decorrenza, l’introduzione del sistema di calcolo contributivo per tutti e e la riduzione del limite dell’assegno a quattro volte il minimo. Tanti lavoratori, dunque, dovranno attendere per andare in pensione più del previsto. Non sarà così per quelle categorie che potranno lasciare il mondo del lavoro al compimento dei 57 anni.
Tre categorie possono andare in pensione a 57 anni: scopriamo quali
La pensione precoce è il primo scivolo che permette il pensionamento a 57 anni a condizione che si sia iniziato a lavorare a 15 anni se donne e 14 anni se uomini senza alcuna interruzione contributiva. Si potrà accedere alla pensione anticipata contributiva trascorsi tre mesi dalla maturazione del requisito. Tale condizione non è prevista per il personale del comparto scuola e AFAM.
Si tratta di una novità introdotta nel 2024 e che riguarda i dipendenti pubblici iscritti alle gestioni CPDEL, CPS, CPI, CPUG. Nel 2025, poi, la decorrenza si allungherà e così negli anni seguenti fino ad arrivare a nove mesi nel 2028. La scadenza ordinaria per l’accesso alla misura è il 1° marzo. Occorrerà fare in fretta perché le risorse stanziate per finanziare lo scivolo sono state ridotte. Superando tale scadenza, dunque, si avranno meno possibilità che la domanda venga accolta.
Secondo scivolo è la pensione di invalidità concessa alle lavoratrici con invalidità minima dell’80% al compimento dei 56 anni e ai lavoratori invalidi all’80% a 61 anni. Bisogna tener conto che le finestre mobili sono di dodici mesi.
Significa che l’uscita effettiva dal mondo del lavoro avverrà a 57 e 62 anni. Infine c’è la RITA, la Rendita Integrativa accessibile con cinque anni di contributi versati nel Fondo di previdenza complementare e venti anni di contribuzione obbligatoria. Inoltre si richiedere la disoccupazione da minimo 24 mesi altrimenti occorrerà attendere i 62 anni.