Per partecipare a una vendita giudiziaria per comprare una casa, bisogna affrontare spese accessorie, tra cui i costi legati all’asta stessa.
In generale le aste rappresentano sempre occasioni interessanti per chi ha intenzione di acquistare un immobile. A causa del meccanismo di vendita, una casa all’asta è venduta a un prezzo inferiore al valore di mercato. Se non avvengono rialzi significativi delle offerte è anche possibile accaparrarsi un immobile a un terzo del suo valore.
I costi generali scendono anche per il risparmio effettivo sulle spese accessorie. Di fatti, non bisogna pagare l’agenzia immobiliare e non bisogna preoccuparsi di tutte le imposte, dato che sono suddivise tra acquirente e creditore.
La partecipazione all’asta è aperta a tutti, con eccezione del debitore. Ma acquistare una casa all’asta non è mai così semplice o conveniente: ci sono costi che pochi prendono in considerazione.
Si parte dalla spesa di base che si deve mettere in conto per la semplice partecipazione all’asta e poi ci sono i costi in caso di aggiudicazione. Per la semplice partecipazione serve apporre la marca da bollo del valore di 16 euro e allegare alla domanda l’assegno con la cauzione (del valore del 10% del prezzo offerto). Tale assegno, in caso di aggiudicazione, vale come acconto sul saldo finale. In alternativa viene restituito.
Poi ci sono le spese notarili in caso di richiesta di mutuo, quelle dovute al delegato alla vendita, le imposte e le eventuali spese condominiali. Si comincia con le spese per la trascrizione e registrazione dell’immobile, per la voltura catastale e, dove prevista, l’imposta sul valore aggiunto. Le imposte variano in base al valore catastale dell’immobile. Le spese di registro sono pari al 2% del valore catastale, se è una prima casa. Oppure salgano al 9%. L’imposra catastale è fissa a 50 euro. Quella ipotecaria è ancora fissa e sempre a 50 euro.
Per calcolare il valore catastale dell’immobile occorre anche una visura catastale. Moltiplicando la rendita per 115,5 in caso di prima casa, o 126 nel caso di trasferimento di una seconda casa, si orriene il valore catastale del bene. Non bisogna in genere pagare l’IVA. Mentre, se a fallire è stato un costruttore, l’IVA va versata.
Il compenso del delegato alla vendita è a carico dell’aggiudicatario. La liquidazione del compenso del custode spetta sempre al creditore. L’importo che l’aggiudicatario deve sborsare è determinato dal giudice. Dipende dalle attività svolte, dalla complessità del caso e dalle spese accessorie.
Per legge il costo del delegato non può mai essere superiore al 40% del prezzo di aggiudicazione dell’immobile. Poi ci sono le spese per il trasferimento dell’immobile, proporzionate al prezzo di aggiudicazione.
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