Il mondo del calcio è stato spesso scosso da tragedie incredibili ed è successo di nuovo: il ricordo fa ancora male a tutti
I lutti fanno parte della vita, quindi lo sport non fa eccezione. Ma ci sono tragedie che più delle altre hanno colpito i tifosi ma anche gli atleti. Perché sono arrivate totalmente inattese, lasciando tutti senza parole.
Disgrazie improvvise, come quella del 4 maggio 1949 che cancellò per sempre una delle migliori squadre di sempre, il Grande Torino a Superga. Poi è successo di nuovo con il Manchester United e più di recente con la Chapecoense.
Ma la storia del calcio è stata segnata profondamente anche dagli incidenti stradali. Uno dei più impressionanti, che tutti ricordano, ha provocato la morte di Gaetano Scirea. L’ex capitano della Juventus e della Nazionale campione del mondo, dopo essersi ritirato stava lavorando come dirigente per i torinesi.
Nel 1989 era in missione in Polonia per osservare i prossimi avversari in Coppa Uefa dei bianconeri. Un incidente d’auto e un profondo rimpianto in tutti. Come quelli che in anni successivo sono capitati ad altri protagonisti della Serie A.
Federico Pisani era emigrato dalla Toscana a Bergamo per diventare uno dei giovani attaccati più promettenti del panorama nazionale. Stava tornando in macchina da una serata insieme alla fidanzata, nel 1997, e si schiantò su un guard rail dell’autostrada. Morirono entrambi e a lui da allora è intitolata la curva dei tifosi atalantini.
Quello di Pisani è un incidente ricordato da tutti. Così come, qualche anno dopo, la tragedia che si è abbattuta sul Bologna ma più in generale sul calcio italiano. Ancora una volta ad essere coinvolto, una bandiera della Nazionale come Giovanni Galli.
Suo figlio Niccolò aveva cominciato a giocare a calcio seguendo le orme del padre anche se non come portiere. Piuttosto era un promettentissimo difensore centrale che aveva mosso i primi passi nel Torino, poi nel Parma e nella Fiorentina prima di una breve esperienza all’Arsenal.
Nel 2000 era passato al Bologna, altro importante Settore Giovanile, diventando una colonna della squadra Primavera. Il 9 febbraio 2001 aveva finito gli allenamenti a Casteldebole e stava facendo rientro a casa sul suo scooter.
Una caduta, ma anche la fatalità di un guard rail in manutenzione con un tubo d’acciaio in evidenza che gli provocò danni irreparabili. La corsa in ospedale non servì a nulla e morì poco dopo a nemmeno 18 anni.
La famiglia per ricordarlo ha fatto nascere la Fondazione Niccolò Galli ONLUS, che raccoglie fondi per scopi benefici e organizza un memorial di calcio giovanile. Ma ogni anno, il 9 febbraio, il Bologna che ha ritirato la sua maglia numero 27 e gli ha intitolato il Centro tecnico di Casteldebole, lo ricorda con una cerimonia.
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