Con una confessione che ha lasciato tutti senza parole, Jannik Sinner spiega una scelta fatta all’inizio della sua carriera
Capita ormai sempre più di rado, negli sport professionistici – e il tennis non fa certo eccezione – sentire di giovani atleti, magari destinati ad una brillante carriera futura, primeggiare nelle categorie giovanili. Quelle riservate a chi, generalmente, non ha ancora compiuto 18 anni.
La tendenza, quando veramente si parla di predestinati dal futuro pressoché scritto, è che questi prescelti facciano il loro ingresso nella categoria Major molto in anticipo rispetto a quanto direbbe la loro carta d’identità.
Questo non significa che debbano da subito dominare la scena come poi spesso fanno una volta raggiunta la maggiore età, ma l’innegabile trend è questo: i talenti in erba scalano i vertici sotto età. A costo di rimediare anche delle sonore scoppole, a costo di non primeggiare nelle categorie di età a loro riservate, a costo di non togliersi lo sfizio di riempire le loro bacheche di trofei che sì, sono importanti, ma che sono nulli di fronte all’obiettivo che si sono prefissati. Ovvero quello di vincere ai massimi livelli dello sport in oggetto.
Gli esempi, in tal senso, abbondano. Nel basket un certo Lebron James, a differenza di quanto fece Michael Jordan 20 anni prima di lui, non passò per il College. Rendendosi da subito eleggibile da giovanissimo per il draft NBA. Nel calcio è ormai raro vedere un Jude Bellingham o un Erling Haaland disputare i campionati mondiali Under 20 o gli Europei Under 21. Semplicemente perché sono (stati) già pronti al salto nel calcio che conta in tenera età.
Per finire, nel tennis è praticamente impossibile che un talento cristallino disputi i tornei juniores riservati a chi non ha ancora compiuto 18 anni. A 17 anni si può già diventare campioni del Roland Garros, come ha dimostrato un certo Rafa Nadal. E, prima di lui, Boris Becker a Wimbledon, molti anni prima.
Ed è così che arriviamo ad aprire il capitolo Jannik Sinner, uno a cui è stata affibbiata l’etichetta del predestinato da molto prima che iniziasse a vincere. Basti pensare, anche confrontando le performances dell’azzurro con quelle di Carlos Alcaraz – quasi due anni più giovane di lui – che il talento altoatesino è esploso per davvero appena compiuti 22 anni.
Eppure Jannik ha preferito saltare subito le categorie, rinunciando a competere nel circuito juniores. Dove, ne siamo abbastanza certi, avrebbe dominato la scena.
“Non ho giocato nel circuito juniores perché ho sempre cercato di affrontare giocatori molto più bravi di me. Credo che questo sia il modo migliore per progredire e imparare“, ha detto Sinner in una recentissima intervista all’Equipe.
“Ho giocato solo qualche torneo nel circuito junior ma ho preferito poi passare subito agli eventi Futures. Essere tra i primi dieci al mondo a livello juniores non mi interessava, ecco perché non ho neanche partecipato agli Slam di categoria“, ha concluso.
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