In questo caso la multa digitale tramite l’applicazione può essere contestata. Lo ha decretato una recente sentenza.
Da poco meno di un anno è stato introdotto un sistema digitale per sostituire il classico foglietto incastrato sul tergicristallo della macchina per le violazioni del Codice della Strada per divieto di sosta. Agli automobilisti indisciplinati le multe vengono inviate attraverso un’applicazione.
Pagando entro 5 giorni la sanzione c’è la possibilità di usufruire di uno ‘sconto’ del 30%. Altrimenti in caso di mancato pagamento il verbale arriva a casa entro 5 giorni, accompagnato dalla spese di notifica (11 euro per i residenti e 14 per i non residenti). Così ha deciso il Comune di Milano, che dal primo aprile 2023 ha deciso di inviare le multe per divieto di sosta attraverso l’app ‘Ghisa Mobile’.
Una residente però non ha ricevuto la notifica dell’infrazione commessa e ha perso la possibilità di ottenere lo sconto del 30% sull’importo da pagare. Da qui la decisione di avviare un ricorso presso il giudice di pace.
Multa digitale tramite app: il giudice di pace dà ragione a chi ha richiesto il ricorso
Il giudice di pace così ha bocciato il sistema di multe digitali adottato dal Comune di Milano. Il progetto del Comune ambrosiano mirava a semplificare il meccanismo di notifica e pagamento delle multe attraverso la digitalizzazione. Ma il caso della mancata notifica della multa attraverso l’app mostra che alcuni meccanismi non sono ancora oliati alla perfezione.
Infatti la cittadina, residente nel comune milanese, non è stata raggiunta dalla notifica. Questo malgrado avesse installato l’app Ghisa Mobile sul suo telefono, provvedendo a inserire la targa della propria automobile e ad attivare le notifiche. In zona la questione delle multe è piuttosto ‘calda’ a causa degli incassi record dei nuovi autovelox milanesi. A dare ragione alla ricorrente è stata una sentenza del giudice di pace Larisa Marchioretto che nel provvedimento del 22 gennaio scorso, riportato dall’AGI, osserva che «la ricorrente ha dato atto di avere scaricato l’app e il Fascicolo del Cittadino».
Un sistema con molte lacune
La sentenza però si spinge molto più in là fino a mettere in discussione l’intero meccanismo delle multe digitali introdotto a Milano. Un sistema che, a cominciare dall’assenza di segnale, presenta «numerose lacune» che «impediscono di fatto l’usufrutto dei benefici, connessi al sistema, ai cittadini». In questo modo, prosegue la sentenza, si produce un paradosso. Ovvero che «ove non vi sia il segnale, le contravvenzioni potranno essere pagate con la riduzione del 30% e senza spese di notifiche e invece ove vi siano problemi di segnale le stesse contravvenzioni dovranno essere pagate per intero e con l’aggiunta delle spese di notifiche».
Perciò il giudice ha ridotto la multa da 53 a 29 euro confermando il verbale, decurtando però l’importo del 30% e delle spese di notifica. Il Comune ha presentato un documento difensivo al giudice di pace nel quale definiva «pretestuoso e privo di qualsiasi fondamento giuridico». Al tempo stesso ammetteva però che «nell’applicazione si riscontrano tutt’ora alcune anomalie dovute in buona sostanza ad assenza di segnale e quant’altro così come accadeva con l’apposizione cartacea degli avvisi, che essendo esposti alla pubblica fede potevano essere facilmente asportati».