La vittoria di Rotterdam certifica la superiorità di Jannik Sinner nei confronti dei prestigiosi rivali: anche Djokovic deve inchinarsi
Meglio di così non sarebbe potuta andare. La spedizione in terra d’Olanda, quella che aveva assunto il significato principe di scavalcare Daniil Medvedev al terzo posto del ranking mondiale vincendo l’Abn Amro di Rotterdam, si è trasformata in un vero trionfo.
Sotto tanti punti di vista. Già perchè ai più erano sfuggiti la quantità di record e primati, tanto assoluti quanto personali, che Jannik Sinner avrebbe battuto se avesse vinto la kermesse. Cosa che ha poi puntualmente fatto.
Ma andiamo con ordine, anche perché la lista è davvero lunga. Grazie all’afferrmazione contro l’amico Alex De Minaur, il campione altoatesino ha raggiunto la 15esima vittoria consecutiva nel circuito ATP, aggiornando il parziale – iniziato col primo turno di Pechino, il torneo della svolta nella carriera di Jannik – a 32 vittorie negli ultimi 34 incontri disputati.
E il conteggio non tiene neppure conto delle 5 vittorie – 3 in singolare e 2 in doppio – incamerate dall’azzurro nella bolla magica di Malaga, quando l’Italia vinse la seconda Coppa Davis della sua storia.
Con la vittoria, in regime di quarti di finale, ottenuta ai danni di Milos Raonic, il talento di San Candido ha toccato quota 200 affermazioni da professionista, ergendosi come primo giocatore nato negli anni 2000 ad aver raggiunto tale traguardo. Carlos Alcaraz, tanto per citare un prestigioso rivale messo in fila da Sinner nella speciale classifica destinati ai talenti della generazione X, è a quota 160. Ma c’è dell’altro. C’è molto più di questo.
Sinner, nemmeno i Big Three sono riusciti nella sua impresa
Innanzitutto è doverosa una premessa. Leggende come Novak Djokovic e Rafael Nadal non portarono a casa il match successivo a quello capace di renderli per la prima volta vincitori di un Major. Jannik sì, vincendo il match di primo turno contro Botic van de Zandschulp.
Ma l’azzurro non si è accontentato di questo. Ha voluto esagerare. Entrando, grazie al trionfo in finale, in un club esclusivo composto da altri 7 tennisti (tutti ex, giova ricordarlo), e di cui non fa parte alcuno dei componenti dei Big Three.
Vincere il primo Major in carriera e poi ripetersi nel torneo immediatamente successivo è qualcosa che accade raramente nel tennis. Solo altre 7 volte, appunto. Andres Gimeno ed Ilie Nastase nel 1972, Jimmy Connors nel 1974, Sergi Brugera nel 1993, Thomas Muster nel 1995, Marat Safin nel 2000 e Leyton Hewitt nel 2001.
Questi gli illustri predecessori di Jannik Sinner, capace di aggiornare la particolare classifica degli eletti a 23 anni di distanza dal trionfo a Tokyo del tennista australiano, fresco di vittoria agli Us Open. Cos’altro dire dei record di Sinner? Che ora il campione azzurro vorrà ritoccarli ancora, ovviamente…