Il tumore dell’ovaio è uno dei più comuni e purtroppo ancora causa di morte per tante donne. Una diagnosi precoce, proprio per questo, è essenziale.
Il cancro è l’ossessione della sanità, forse anche della comunità scientifica. Conoscerlo in tutto e per tutto, capire come si comporta, per poi tentare di sconfiggerlo una volta per tutte è una sfida per moltissime persone, ancora non vinta.
Ma grazie ai medici, oggi, abbiamo davvero tante informazioni in più su questo male. Il tumore dell’ovaio, colpisce molte donne in Italia. Secondo un report effettuato nel 2020, colpisce circa 5200 donne l’anno e ha una sopravvivenza a cinque anni del 40 per cento: questo vuol dire che più della metà muore in seguito alla diagnosi. La motivazione è che spesso il riconoscimento del tumore, silente per tanto tempo, avviene già in fase avanzata di malattia, con poco margine di manovra.
Proprio per questa ragione, una diagnosi precoce e quindi l’arrivo ai sanitari nelle prime fasi della patologia può essere fondamentale per una prognosi ottimista. E ancor di più è importante fare i controlli a scadenza indicata e cercare di prevenire l’insorgenza del tumore. Ma a cosa bisogna stare più attenti?
A provocare il cancro dell’ovaio è la proliferazione incontrollata delle cellule dell’organo, soprattutto quelle epiteliali. Il che può avvenire per cause ormonali, ambientali e principalmente genetiche.
Resta il fatto che ci sono dei campanelli d’allarme per questa malattia a cui una donna deve prestare attenzione: un addome gonfio, la ricorrenza del meteorismo e il bisogno frequente di urinare potrebbero essere dei segnali negativi che non andrebbero mai sottovalutati.
Occhio anche a dolore addominale o pelvico, sanguinamento dalla vagina, stipsi e/o diarrea che vengono notate spesso dal paziente e stanchezza generale. Non bisogna sottovalutare neppure il cambiamento delle abitudini a tavola: nausea, inappetenza e senso di pienezza sono degli indicatori negativi sullo stato della malattia, che potrebbe essere già in stato piuttosto avanzato.
Partire prima, in questo caso, è fondamentale quindi, ma bisogna ricordare che si tratta di un tumore insidioso, che spesso non dà sintomi eclatanti. Una capatina annuale dal ginecologo per una palpazione bimanuale dell’ovaio e un’ecografia transvaginale di controllo possono toglierci un pensiero e farci vivere più serene. D’altronde, è sempre meglio prevenire che curare e quando si parla di salute non c’è mai da scherzare.
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