Il nuovo anno ha portato nuove regole per figli e familiari a carico: estratto fiscale, i limiti da rispettare e cosa è cambiato.
Isee, ossia “Indicatore della situazione economica equivalente”: un acronimo che rappresenta il sogno di ogni genitore e che, a conti fatti, dovrebbe portare risparmi nelle case delle famiglie, ma che troppo spesso si trasforma in un incubo.
A scuola, per esempio, molti genitori rinunciano a compilarlo perché sanno già di sforare il netto massimo e non rientrare in quelle agevolazioni fiscali per ottenere l’esenzione del pagamento delle tasse scolastiche, per esempio. E poi l’Isee cambia con il trascorrere gli anni.
Bisogna stargli continuamente appresso, un autentico lavoro per le famiglie. Con il decreto n. 407/2023, tanto per fare un esempio, è stato aggiornato l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, con alcune novità che modificano la composizione del nucleo familiare.
Familiari a carico, nuova soglia di reddito complessivo e di età: gli indicatori che contano
Oltre al criterio del reddito, per ottenere le detrazioni nel prossimo 730 la legge di bilancio ha introdotto altri limiti da rispettare riguardanti i figli, che non sempre rientrano nella categoria “familiari a carico”. Ora sono due le limitazioni entro le quali occorre stare per rientrare nelle agevolazioni statali.
Un figlio viene considerato a carico almeno fino a ventiquattro anni e se ha percepito un reddito annuo pari o inferiore a quattro mila euro. Dopo il compimento del 24esimo anno di età, un figlio rimane a carico di un genitore solo se hanno percepito un reddito pari o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili, un limite portato a 4.000 euro per i figli di età non superiore ai 24 anni.
Un cambiamento importante, in quanto prima si prendeva in considerazione solo il reddito del figlio al lordo degli oneri deducibili. Ora oltre al parametro reddituale va considerata anche l’età del possibile figlio a carico, a prescindere dal fatto se vive o meno con i genitori, o se studia oppure è inabile al lavoro.
È bene ricordare che la modifica riguarda soltanto i figli a carico, per tutti gli altri (coniuge e altri familiari, come nipoti, genitori, suoceri, fratelli e sorelle, generi e nuore, nonni) è confermato il limite reddituale già previsto, ossia 2.840,51 euro, a prescindere dall’età e dalla “posizione” in famiglia. Attenzione, questi nuovi limiti concorrono alla formazione dei redditi per la formazione della base imponibile IRPEF, ad esclusione degli esenti (o assoggettati ad imposta sostitutiva, tranne i redditi corrisposti da organismi internazionali e quota di reddito esente dei lavoratori frontalieri), di coloro che rientrano nella ritenuta a titolo d’imposta oppure assoggettati a tassazione separata.