Con quota 97.6 è possibile bypassare il vincolo dei 67 anni di età e 20 di contributi per andare in pensione prima: ecco come.
Nonostante i vari proclami, la Legge di Bilancio 2024 non ha cambiato alcun requisito per la pensione anticipata, ovvero per la formula che sostituì nel 2011 la pensione di anzianità con la Legge Fornero. Nel 2024, la pensione di vecchiaia è riservata a chi ha almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi.
Per ottenere la pensione anticipata bisogna versare 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) o 41 anni e 10 mesi (per le donne).
Oltre ai contributi obbligatori, per la pensione anticipata valgono anche i versamenti volontari, cioè quelli da riscatto e figurativi. In questo caso, tuttavia, sono necessari almeno 35 anni di contribuzione netta. L’altro canale di uscita è quota 103, passata a 63 anni e 5 mesi di soglia minima di età per lasciare il lavoro. E poi si può sfruttare l’APE sociale.
Con l’APE sociale si torna però al calcolo contributivo. Una soluzione che non è piaciuta molto ai lavoratori. Ci sono però alcuni casi che permettono di andare in pensione prima: per esempio la quota 97.6. La quota va intesa come la somma dell’età minima con il numero minimo di anni di lavoro e contributi versati.
E con quota 97.6 si può andare in pensione a 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi. Si tratta evidentemente di un canale di pensionamento vantaggioso sia come età che come contribuzione. Si sommano l’età e i contributi e si utilizzano anche le frazioni di anno. Tutto ciò per arrivare a quota 97.6.
Non tutti i lavoratori possono però sfruttare questa quota per andare in pensione. La quota speciale è dedicata a specifiche categorie lavorative: quelle dei lavori usuranti. Per esempio lavoratori di cave e miniere, addetti al lavoro in gallerie, palombari, lavoratori con molti turni di notte.
E ancora: lavoratori del vetro cavo, lavoratori in spazi ristretti e angusti, addetti a lavori a contatto con alte temperature, lavoratori in cassoni ad aria compressa e addetti allo smaltimento dell’amianto.
Accede alla quota il lavoratore dipendente che ha svolto attività usuranti per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni o per almeno metà della vita lavorativa. Oppure chi ha maturato contributi per almeno 35 anni e ha almeno 61 anni e 7 mesi di anzianità.
Le quote da raggiungere salgono progressivamente per coloro che hanno cumulato lavoro dipendente e autonomo oppure hanno un minore numero di turni di notte all’anno. Si parla perciò di quota 98.6 con 62 e 7 mesi di età per i lavoratori che hanno cumulato lavoro autonomo e lavoro dipendente o per chi ha svolto turni notturni tra 72 e 77 giorni all’anno.
Poi c’è quota 99.6, con 63 anni e sette mesi di età, per i lavoratori che rientrano in entrambi i casi precedenti o hanno solo svolto lavoro da dipendenti con turni di 64 e 71 notti all’anno. Infine c’è quota 100.6, con 64 anni e 7 mesi, e il numero di notti tra 64 e 71 e l’utilizzo di contributi da autonomo.
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